Bonus di 200 euro per le partite Iva: i lavoratori autonomi possono inviare domanda a partire dalle ore 12:00 di lunedì 26 settembre. Chi ha diritto all’indennizzo e come fare domanda?
Bonus per le partite Iva, al via le domande da lunedì 26 settembre: chi ne ha diritto
A partire dalla giornata di lunedì 26 settembre, gli autonomi e i precari possono fare domanda per ricevere il bonus da 200 euro. La procedura telematica da effettuare per richiedere l’indennità una tantum è accessibile ai lavoratori autonomi e agli iscritti alle Casse obbligatorie di previdenza a partire dalle ore 12:00 del 26 settembre 2022.
Il bonus è destinato a differenti categorie di lavoratori che sono elencate in modo dettagliato sul sito dell’Inps. Per quanto riguarda l’iniziativa, si tratta della stessa misura che ha già riguardato i lavoratori dipendenti, i pensionati e i titolari di Reddito di Cittadinanza che hanno ottenuto la somma a luglio. Adesso è il turno di lavoratori autonomi occasionali, stagionali, co.co.co, lavoratori dello spettacolo, del settore agricolo e di tutti coloro che fanno vendite a domicilio con partita Iva. Tutte queste categorie possono fare domanda all’Inps tramite il servizio dedicato entro e non oltre il prossimo 30 novembre 2022.
L’indennizzo è previsto anche per i lavoratori domestici assicurati presso la Gestione dei lavoratori domestici dell’Inps, appartenenti alle categorie individuate dal CCNL in vigore che include le funzioni prevalenti dei collaboratori familiari e degli assistenti alla persona non autosufficiente che devono avere però un rapporto attivo alla data del 18 maggio 2022, un reddito 2021 entro i 35.000 euro e non devono risultare titolari di altra attività di lavoro dipendente o di pensione.
Come fare domanda?
Le domande per il bonus 200 euro per le partite Iva possono essere presentate dal 26 settembre 2022 e fino e non oltre il 30 novembre 2022 solo con procedura telematica mediante la propria posizione personale sul sito dell’Inps usando codice meccanico e pin e inviando come allegato copia di un documento d’identità e del codice fiscale. La Cassa forense, poi, ha ricordato ai suoi iscritti che eventuali domande in formato cartaceo o inviate con modalità diverse da quelle telematiche saranno ritenute inammissibili.