“La riforma per la quale avevamo combattuto (la Bonafede, ndr) è stata completamente superata”. A parlare senza peli sulla lingua è il deputato di M5S e componente della Commissione Giustizia, Vittorio Ferraresi, tutt’altro che soddisfatto dall’accordo per la riforma del processo penale.
Secondo il centrodestra, la riforma approvata in Cdm smonta quella di Bonafede. Di parere opposto M5S che, con una nota, difende i risultati ottenuti. Qual è la verità?
“Da rappresentante del ministero che ha fatto quella riforma (la Bonafede, ndr) e da attuale componente della Commissione Giustizia della Camera, vedo che la riforma per la quale avevamo combattuto è stata completamente superata. Penso che sia un dato incontrovertibile”.
Sulla prescrizione i 5 Stelle, con una nota, sottolineano che hanno ottenuto l’allungamento dei tempi per i reati contro la collettività, come la corruzione. Che ne pensa?
“Premetto che ci sono anche tanti altri gravi reati. La realtà è che in alcuni casi, stando a questo testo, il risultato potrebbe essere ancora peggiore di quanto accadeva in passato, con molti processi destinati al macero. I tempi di prescrizione di alcuni reati di corruzione sono piuttosto lunghi, così, con questa norma, i tempi di prescrizione pregressi rimasti alla sentenza di primo grado, non verranno calcolati. In questo modo ci saranno solo 2 anni con l’aggiunta a discrezione del giudice di un anno in casi complessi, che potrebbero non essere sufficienti. La Bonafede dava una linea di certezza mentre questa riforma crea una tagliola che non ha nulla a che fare con quello che avevamo predisposto noi. È semplicemente un arco temporale che parte dalla sentenza di primo grado, non tiene conto del tempo di prescrizione rimasto in quella fase e mette una tagliola entro la quale il processo finisce o decade”.
Tra le conquiste dei 5S c’è anche che “a ogni trucchetto messo in atto per allungare i tempi di un processo, verranno interrotti i termini della prescrizione”. È soddisfatto?
“È sicuramente un elemento positivo ma non risolutivo. In una norma del genere, in cui si azzera la prescrizione precedente, è un passaggio inserito per creare un minimo di bilanciamento. Ma sottolineo che con questo tipo di riforma non credo verranno davvero tagliati i tempi dei processi. Ciò è ben diverso da quanto accadeva con la Bonafede con cui, per intenderci, non c’era scampo perché con quella lo Stato doveva dare una risposta di giustizia, in senso positivo o negativo”.
Altro traguardo è che i pm potranno proporre appello anche di fronte a un’assoluzione in primo grado mentre originariamente non potevano farlo.
“La richiesta di togliere quel punto la avevamo avanzata da tempo e per fortuna è andata così. Tuttavia l’Appello continua a essere limitato mentre noi volevamo inserire in alcuni casi il giudice monocratico e l’abolizione del divieto della ‘reformatio in peius’. Ma vorrei sottolineare anche un’ulteriore criticità della riforma”.
Prego.
“Tra le cose che mi preoccupano di più c’è l’allargamento della messa alla prova, cioè la possibilità di dimostrare con comportamenti attivi di aver capito quello che si è fatto e non avere conseguenze penali, fino al limite di sei anni. In quel range ci sono reati importanti come il revenge porn, reati contro la Pubblica amministrazione, reati informatici, costrizione al matrimonio e altri. Certo verranno introdotte delle limitazioni ma si tratta di casi delicati”.
Nella nota viene segnalato anche il ridimensionamento della norma che dava al Parlamento il potere di decidere le priorità della Giustizia. Che ne pensa?
“Ci sarà un intervento che parte con dei criteri generali su cui il Parlamento si dovrà esprimere. Si tratta di un messaggio totalmente sbagliato, seppur ridimensionato perché ora si parla solo di criteri generali, ma è anche inutile”.
Alla luce della battaglia sulla riforma che ha dilaniato il Movimento, teme che ci saranno ripercussioni o si riuscirà a ricomporre la frattura?
“Mi aspetto semplicemente che il Movimento 5 Stelle porti avanti le battaglie principali che lo hanno caratterizzato. Dobbiamo farlo per chi ci ha creduto, per chi le ha rese possibili e per avere un valore aggiunto da portare ai cittadini come forza politica rispetto alle altre. Sui punti identitari e sui risultati ottenuti con tanto sacrificio dobbiamo farci sentire e non mollare”.