Il calcio lascia sempre un po’ di rammarico in tutti i tifosi che amano questo sport. Un sentimento che nasce soprattutto quando, a fine stagione, qualche guru del pallone è pronto ad appendere gli scarpini al chiodo. Quest’anno, almeno in Serie A, hanno calcato per l’ultima volta un campo da calcio sei giocatori degni di nota. Il primo della lista non può che essere Luca Toni. L’attaccante dell’Hellas Verona è stato definito dal portierone della Nazionale Gianluigi Buffon un giocatore “sgraziato”. Eppure il bomber di Pavullo ha lasciato il mondo del calcio giocato dopo 308 gol realizzati in carriera. Impostosi relativamente tardi sui grandi palcoscenici, ha collezionato tante gioie: Mondiale con l’Italia nel 2006, una Bundesliga con il Bayern Monaco, primo calciatore italiano ad aver vinto la classifica marcatori in Serie A con due maglie diverse (Fiorentina e Verona), il più anziano vincitore della classifica marcatori del nostro campionato e il primo italiano a vincere la Scarpa d’Oro.
Ma Toni non è stato l’unico bomber ha lasciare quest’anno il calcio giocato. Con lui, infatti, c’è anche Antonio Di Natale. Domenica sera il popolo friulano, alla Dacia Arena di Udine, ha avuto l’opportunità di applaudire per l’ultima volta il proprio capitano. Colui che, con il 10 sulle spalle, per dodici stagioni ha regalato magie a un pubblico innamorato di calcio. Antonio Di Natale lascerà l’Udinese e con ogni probabilità la Serie A, ma non il calcio giocato, visto che nonostante l’annata negativa (solo un gol in 22 presenze) sente ancora di poter dare qualcosa a questo sport. 208 reti, di cui 190 in maglia bianconera, in 444 presenze di Serie A. Due volte capocannoniere (2009/10 e 2010/11). Solamente Piola, Totti, Nordahl, Meazza e Altafini hanno segnato più di lui nella storia del massimo campionato. Contro il Carpi si è conclusa la meravigliosa parabola di questo straordinario giocatore che, proprio attraverso le sue imprendibili parabole, per 14 anni non ha mai smesso di fare il suo dovere: punire il portiere avversario. Nella domenica dei pianti e degli addii, ha salutato il calcio nostrano anche Miroslav Klose, a cui sono bastati soltanto cinque stagioni per timbrare il proprio nome nel cuore dei tifosi della Lazio. Un tedesco che riassume a pieno gli stereotipi del tedesco: professionista, cinico, educato, inquadrato e pronto a punire.
Oltre agli attaccanti, però, hanno lasciato la Serie A anche due terzini, entrambi bandiere delle loro rispettivi squadre: Fiorentina a Atalanta. I calciatori in questione sono Gian Paolo Bellini e Manuel Pasqual. Il primo è nato e cresciuto calcisticamente nell’Atalanta, mentre il secondo è arrivato alla Fiorentina a 23 anni e ci è rimasto per undici stagioni. Quella viola è l’unica maglia che Pasqual abbia mai indossato in massima divisione. Per entrambi, domenica scorsa è stata l’ultima partita davanti al proprio pubblico.