Bombe e referendum in Donbass. Un attacco missilistico contro Mykolaiv, nel sud dell’Ucraina.
Con bombardamenti su Inhulska, Bereznehuvatska, Bashtanska, Shyrokivska e il villaggio di Lymany nella comunità di Halytsynivska. Continua senza sosta l’offensiva russa nel Donetsk.
Bombe e referendum in Donbass
L’obiettivo è chiaro: chiudere al più presto la pratica Donbass, estendendo il controllo del Cremlino nell’intera area. Come d’altra parte riportava ieri il quotidiano russo Kommersant, l’intento di Mosca è quello di tenere entro il prossimo mese di agosto referendum simultanei nelle regioni di Luhansk e di Donetsk.
Dopo i preparativi già iniziati lo scorso giugno per tenere un’analoga consultazione anche nella regione filorussa di Kherson, a nord-ovest della penisola di Crimea. Intanto a Kiev aggiornano il bilancio delle perdite inflitte alle forze armate del Cremlino.
Sarebbero circa 36.350 i soldati russi uccisi in Ucraina dall’inizio dell’invasione. Oltre all’abbattimento di 217 caccia, 187 elicotteri e 660 droni abbattuti.
Numeri che, tuttavia, non sembrano poter cambiare l’epilogo di un conflitto che, almeno nel Donbass, sembra ormai scontato. Nonostante i continui appelli alla vittoria finale di Kiev su Mosca ai quali, probabilmente, neppure i leader europei che continuano a lanciarli sembrano credere più.
Mentre già si parla di ricostruzione. “L’Ucraina deve diventare il paese più libero, moderno e sicuro in Europa”, ha detto il presidente, Volodymyr Zelensky.
Chiedendo che la ricostruzione del Paese inizi subito senza attendere la fine del conflitto.