Il 9 novembre avevate incontrato il governo. Pierpaolo Bombardieri, leader della Uil, cosa avevate chiesto e perché ritenete oggi di non essere stati ascoltati?
“Avevamo posto sul tavolo un’emergenza: quella di recuperare il potere d’acquisto di lavoratori dipendenti e pensionati. Avevamo proposto al governo di fare alcune scelte chiare. La prima: intervenire sul cuneo fiscale, su cui pare sia d’accordo anche Confindustria, e avevamo chiesto un taglio pari almeno a cinque punti. Poi avevamo proposto misure dirette come la detassazione della tredicesima, funzionale a spingere i consumi, e quella sugli aumenti contrattuali, che avrebbe aiutato la chiusura delle trattative sul rinnovo dei contratti. Avevamo chiesto anche la detassazione della contrattazione di secondo livello, necessaria ad aumentare competitività e produttività. Ma su tutto questo non abbiamo avuto risposte”.
E allora cosa si fa, si torna in piazza?
“Noi abbiamo proposto a Cgil e Cisl un percorso di mobilitazione sui territori e sui posti di lavoro perché pensiamo che sia necessario sensibilizzare lavoratori e lavoratrici sul fatto che c’è una discussione che riguarda non solo la Manovra anche le tre grandi piattaforme che abbiamo presentato al precedente governo e a questo. Una è il lavoro, col tema della precarietà e della sicurezza – perché vorrei ricordare che oggi muoiono troppe persone sul lavoro in questo Paese – l’altra la riforma fiscale e la terza il welfare. Noi pensiamo che la mobilitazione sul territorio serva a sensibilizzare sull’esigenza di continuare a lavorare per cambiare le cose e per avere risposte dal governo. Abbiamo proposto agli altri sindacati di fare questa mobilitazione utilizzando tutti gli strumenti a disposizione del sindacato”.
Incluso lo sciopero?
“La nostra è una proposta di coerenza. Quando c’era stato il governo Draghi noi cominciammo con un percorso di mobilitazione identico a quello che stiamo facendo (e che si è concluso con uno sciopero, ndr) che vedeva in prima battuta il coinvolgimento sul territorio e sui posti di lavoro. Poi si possono fare assemblee, esecutivi unitari, incontri in piazza. E anche lo sciopero. Tutti gli strumenti a disposizione del sindacato devono poter essere utilizzati”.
Cosa porterete nell’incontro del 7 dicembre col governo?
“Presenteremo le nostre proposte nuovamente e avanzeremo le nostre critiche alla Manovra”.
Per esempio?
“Intanto l’innalzamento del tetto dei voucher a 10mila euro ci sembra un fatto grave. Significa negare i diritti contrattuali col rischio di aumentare il caporalato. Significa sancire in alcuni settori – dall’agricoltura alla ristorazione – che sotto i 10mila euro non si applicano i contratti. Un segnale che va in controtendenza rispetto alle esigenze di un mercato del lavoro come il nostro che soffre già per il troppo precariato”.
La Manovra abolisce il Reddito di cittadinanza per gli occupabili dopo 8 mesi.
“Due temi che abbiamo posto assieme alle critiche per il superamento del Reddito di cittadinanza sono l’evasione fiscale e le misure sulle pensioni. Crediamo che il condono fatto sulle cartelle di mille euro sia una scelta sbagliata. Lo riteniamo un segnale, assieme a quello sull’aumento del tetto al contante, verso chi le tasse non le paga. Quello che contestiamo è che non solo non c’è una presa di posizione chiara verso alcuni episodi di malcostume. Sono tanti i professionisti che oggi ci offrono di pagare una prestazione meno nel caso in cui non debbano fare la fattura. Ma anche un atteggiamento di tolleranza verso chi evade. E poi c’è il tema del Welfare con Quota 103 che non risolve la legge Fornero ma è solo una finestra o come lo definisco io un ambo secco. E le modifiche gravi a Opzione donna. L’ultima versione della misura prevede ci sia un innalzamento dell’età pensionabile da 58 a 60 anni e che l’uscita dal mercato del lavoro per le donne sia legata al fatto di avere uno o due figli. Dopo aver parlato tanto di come si deve declinare la qualifica per Meloni se ‘il’ presidente del consiglio o ‘la’ presidente del consiglio questa di Opzione donna ci sembra uno schiaffo in faccia a tutti i temi sulle pari opportunità”.
Il governo ha poi deciso di tagliare la rivalutazione per le pensioni.
“Questo è un altro fatto grave. Il governo Draghi aveva messo in conto 14 miliardi di gettito proveniente dalle tasse sugli extra profitti. Questo esecutivo alza l’aliquota al 50% ma poi dice che la misura finisce per interessare solo 7mila aziende, mentre prima quelle coinvolte erano 11mila. Tanto che ora sono previsti entrate pari solo a 2,2 miliardi. Dunque questo governo fa sconti alle aziende che hanno guadagnato grandi extra profitti, fa favori a chi non paga le tasse e invece appesantisce per le donne le condizioni per andare prima in pensione e ai pensionati leva un diritto – qual è quello della perequazione – che è stato sancito dalla Corte Costituzionale. Per noi il percorso contributivo mai è stato in discussione ritenendo sacrosanto il principio per cui tanto versi tanto maturi. Ebbene tra gli assegni che saranno penalizzati ci sono tante pensioni contributive e dunque anche lì, non riconoscendo a quei pensionati quanto gli spetta, si viola quel principio legittimo che se tanto hai versato tanto hai maturato”.
Agli industriali Meloni ha detto che il governo non intende disturbare chi produce. Cosa voleva dire?
“Questo bisognerebbe chiederlo a lei. Noi invece abbiamo tutta l’intenzione di disturbare chi produce e chi produce sfruttando il lavoro, massimizzando i profitti e non tenendo in considerazione la dignità dei lavoratori. Il disturbo non è un disturbo se si tratta di rivendicazione di diritti e di principi inalienabili quali quelli di una giusta retribuzione o di una pensione maturata nel corso degli anni”.
Ponte sullo Stretto. È necessario?
“Io sono keynesiano e quando sento parlare di grandi investimenti dico sempre che va bene ma poi mi chiedo come ci si arriva al Ponte: con una Statale 106 impraticabile? con una linea ferroviaria unica e che tra un po’ avrà bisogno dei treni a carbone? con le strade dissestate? Insomma con un sistema di infrastrutture disastroso? Non ho nessuna pregiudiziale contro il Ponte però se si inserisse in un contesto omogeneo. Se io debbo fare il Ponte ma poi per andarci devo utilizzare gli asini, anche no grazie”.