“Sarebbe un’ottima idea far diventare settimanale il bollettino dei contagi, mi sembrerebbe naturale farlo. Noi del Cts stiamo discutendo del parlarne col governo”. È quanto ha detto a Un Giorno da Pecora, l’infettivologo e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts), Donato Greco.
“Io ho cominciato a proporre di evitare il bollettino giornaliero dopo la seconda ondata – ha detto, invece, l’epidemiologo Pierluigi Lopalco -. In questo momento in cui stiamo vivendo un’ondata particolare abbiamo un aumento dei tamponi positivi che dice poco dal punto di vista epidemioloigico e ha come unico effetto quello di avere un effetto ansiogeno sulla popolazione”.
“Il dato dei ricoveri – ha aggiunto l’esperto – resta quello più importante, ma anche lì deve essere spiegato in questo momento in Puglia la percentuale di positivi negli ospedali al tampone ma senza sintomi riconducibili al covid sfiora il 50%. Cerchiamo di raccontare altrimenti non si dà l’impressione di quello che sta succedendo. È cruciale nella gestione della pandemia”.
Secondo Lopalco sarebbe meglio “un bollettino settimanale commentato. Così si hanno dati più robusti”. Ed è della stessa opinione anche il primario di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti, che ieri, parlando hai microfoni di Radio Cusano Campus, ha detto che l’Italia a che diffonde ancora un bollettino giornaliero dei contagi.
“Basta col report giornaliero – ha detto Bassetti -, siamo rimasti gli unici a farlo e non ha alcun senso, ci fa solo fare brutta figura agli occhi del mondo. Bisogna cambiare il conteggio dei malati covid, non si può contare come malato quello che ha un braccio rotto e un tampone positivo. Continuando a fare tutti questi tamponi immotivati, arriveremo a un punto che avremo talmente tanti positivi e contatti con positivi che l’Italia si fermerà”.
“Che senso ha dire che abbiamo 250mila persone che hanno tampone positivo? Bisogna specificare – ha aggiunto Bassetti riferendosi ancora al bollettino – se sono sintomatici, asintomatici, sono ricoverati, stanno a casa. Da una parte sono numeri che ci fanno fare brutta figura col resto del mondo, perché sembra che vada tutto male e invece non è così, nella realtà altri Paesi che hanno molti più contagi di noi cercano di gestirli in maniera diversa”.
“Se continuiamo così – ha detto ancora l’esperto – finiremo con l’andare in lockdown di tipo psicologico e sociale. Continuando a fare tutti questi tamponi immotivati, arriveremo a un punto che avremo talmente tanti positivi e contatti con positivi che l’Italia si fermerà. La cosa importante sarebbe sapere quanta gente entra in ospedale con la polmonite da covid e quanta gente invece entra in ospedale per altre patologie e ha un tampone positivo”.
Secondo Bassetti bisogna capire se la pressione sugli ospedali “è da polmonite da covid oppure se è dovuto all’enorme numero di tamponi che viene fatto. Ci vorrebbe una distinzione molto chiara”. “Bisognerebbe ascoltare un po’ di più i medici. Oggi – ha aggiunto Bassetti – questo virus per la maggioranza dei vaccinati dà una forma influenzale. Gli ospedali sono pieni di non vaccinati, che devono vaccinarsi. Nella gestione della pandemia ci vuole un cambio di passo necessario e urgente”.