Bollette, ritorna l’allarme: l’Ue conferma prezzi del gas più alti nel 2025

La Commissione europea rilancia l'allarme sui prezzi del gas: nel 2025 saranno più alti della media. E le bollette cresceranno.

Bollette, ritorna l’allarme: l’Ue conferma prezzi del gas più alti nel 2025

La crisi energetica non è finita. I prezzi del gas, infatti, continueranno a essere più alti della media quest’anno: il 2025, in sostanza, sarà un anno molto duro per le famiglie e le imprese dal punto di vista delle bollette. A confermare ciò che viene ripetuto da settimane, con gli allarmi lanciati dalle diverse associazioni a difesa dei consumatori, ora è anche la Commissione europea.

In un documento inviato agli Stati membri, l’esecutivo Ue scrive che i prezzi del gas resteranno “leggermente più alti in media nel 2025” rispetto allo scorso anno. La previsione è che nel corso dell’anno i prezzi all’ingrosso possano oscillare tra i 40 e i 50 euro al megawattora.

Allarme bollette, i prezzi del gas sopra la media nel 2025

Prezzi quindi più alti di quello dello scorso anno e che già sono una costante in questo primo scorcio del 2025, con picchi anche superiori ai 50 euro al megawattora già toccati. Secondo quanto scrive la Commissione, i mercati del gas saranno “fragili” ancora per alcuni mesi a causa della fine dell’accordo tra Russia e Ucraina per il transito del gas.

I prezzi del gas per l’industria europea continueranno quindi a essere elevati, addirittura “quasi cinque volte più alti” rispetto a quelli degli Stati Uniti. Proprio per questa ragione a Bruxelles si lavora per una comunicazione riguardante i prezzi dell’energia, che dovrebbe arrivare il 26 febbraio.

A confermare quanto detto dalla Commissione, arrivano anche i dati reali: il prezzo del gas è infatti salito oltre i 55 euro al megawattora, sui massimi da ottobre 2023. Sull’andamento delle quotazioni pesa l’arrivo di temperature rigide, oltre al rischio della guerra commerciale che potrebbe far salire le tariffe. Da inizio anno l’aumento del prezzo del gas è stato superiore al 12%.

A influire e portare al rialzo le tariffe, su livelli che non si vedevano da quasi due anni, è anche il livello degli stoccaggi in Europa: il tasso di riempimento dei magazzini è sceso al 51,3%, una percentuale molto più bassa (di circa il 25%) rispetto a un anno fa, a dimostrazione di un inverno più rigido.