Fisco, bollette, scuola, comuni in difficoltà, bonus tv, patent box. Il Governo, dopo numerosi rinvii, deposita al Senato il suo “maxi-emendamento” alla Manovra, un pacchetto omnibus che va dall’intesa sul taglio delle tasse alle nuove misure contro i rincari di luce e gas, dai fondi per la scuola al nuovo intervento salva-Comuni, che nasconde il rischio di un aumento delle tasse locali per ripianare i conti delle grandi città. Ma ancora mancano ancora all’appello diverse questioni spinose a partire dal Superbonus. Per le famiglie ci sarà un ulteriore sollievo, temporaneo, sulle bollette, che potranno essere spalmate in 10 rate grazie a 1 miliardo che l’Arera potrà riversare alle imprese come anticipi.
Nuove risorse per la scuola: altri 100 milioni vengono stanziati per consentire la proroga degli incarichi temporanei del personale Ata. E aumentano di 60 milioni i fondi per migliorare l’offerta formativa e valorizzare la professionalità dei docenti. Mano tesa ai comuni in difficoltà. Le città metropolitane in pre-dissesto (tra cui Napoli, Palermo, Torino e Reggio Calabria) riceveranno un contributo da 2,7 miliardi per salvare i bilanci ma in cambio dovranno siglare un patto per il ripiano del disavanzo basato su spending review, migliore riscossione e, se necessario sull’aumento delle addizionali Irpef o delle tasse di imbarco portuali e aeroportuali.
Viene rifinanziato il bonus Tv e decoder: arrivano 68 milioni di euro per l’acquisto di apparecchi in linea con i nuovi standard tecnologici. Gli over 70 che hanno un assegno pensionistico sotto la soglia dei 20 mila euro annui potranno ricevere il decoder direttamente a casa. Arriva la proroga fino a marzo anche per i militari del programma Strade sicure e 50 milioni in più alla struttura del commissario per “i servizi logistici”. Arriva anche la società ad hoc per il Giubileo del 2025 e la definizione dei poteri per il commissario (già individuato nel sindaco di Roma).
Il Governo si fa carico poi della riscrittura del Patent box, portando l’incentivo sui brevetti dal 90% al 110% (esclusi i marchi) ed eliminando il cumulo con il credito d’imposta per ricerca e sviluppo. Le votazioni non dovrebbero iniziare prima di domenica pomeriggio con l’intenzione di aprire una seduta fiume fino al mandato al relatore. La manovra verrebbe così votata tutta in una notte. I tempi stringono e il Governo punta a chiudere in Senato almeno prima di Natale.