Maria Rosaria Boccia vien di notte. Mentre il ministro e la presidente del Consiglio si affidano ai macchinosi ingranaggi della comunicazione tradizionale la quasi consigliera del ministero della Cultura impugna il suo telefono e attraverso il suo profilo Instagram sgretola la versione del governo. Il colpo d’occhio è impietoso: Meloni e Sangiuliano impegnati a tessere la tela per ore e Boccia che disfa tutto nel tempo di un clic.
Le prove social che incastrano il ministero
Ieri sera Boccia ha pubblicato la nomina che secondo il ministro non sarebbe mai avvenuta. La mail è del 10 luglio e arriva da uno dei funzionari del gabinetto del ministero: “Gentilissima dottoressa Boccia – si legge – dando seguito a quanto anticipato per le vie brevi poco fa, le allego i contatti miei e del mio collega per qualsiasi esigenza legata alla sua nomina quale consigliere del ministro per ‘I grandi eventi’”. In allegato c’è anche la registrazione della telefonata tra Boccia e un funzionario ministeriale.
Arrivano direttamente dalla segreteria del ministro invece la due mail che Boccia mostra sui social. In una ci sono i biglietti aerei, con check in già fatto, che sembrerebbero smentire l’asserzione di Meloni su “nessun soldo pubblico speso” per Boccia mentre nell’altra c’è il ‘timing’ per il 23 luglio per la ‘cerimonia di consegna chiavi della città di Pompei’.
Ieri durante il faccia a faccia durato un’ora e mezza la presidente Meloni aveva chiesto al suo ministro rassicurazioni sul fatto che non ci fosse un solo euro pubblico speso per la non consulente molto vicina al ministro. A Palazzo Chigi si temeva soprattutto un’eventuale accusa di peculato. Fonti ben informate vicino al ministro dicono che la linea di Sangiuliano sia sempre la stessa. “Ho pagato tutto io”, avrebbe detto alla premier. La linea del governo fino a ieri sera era di un commissariamento dolce nei confronti di Sangiuliano fino al prossimo G7 della Cultura che si terrà tra una quindicina di giorni. Poi si vedrà, dicono da Palazzo Chigi.
Alcuni paesi che parteciperanno al prossimo G7 hanno chiesto delucidazioni su eventuali falle di sicurezza. La quasi consulente Boccia ha dimostrato, con prove, di conoscere i dettagli della data a Pompei del 20 settembre in cui le delegazioni avrebbero visitato gli scavi archeologici prima del concerto e della cena. Oggi in Prefettura si discuterà della possibilità di modificare gli eventi.
Oltre al gossip il “caso Boccia” propone anche interrogativi per le falle sulla sicurezza. L’imprenditrice campana ha filmato le sue visite all’interno del ministero, ha evidentemente registrato le sue conversazioni telefoniche ed è riuscita ad accreditarsi con i funzionari del ministero pur non avendo nessun incarico ufficiale. La possibilità che Sangiuliano sia in qualche modo ricattabile rimanda di colpo a Ruby, la finta “nipote di Mubarak”, che aveva imbarazzato Silvio Berlusconi agli occhi del mondo.
Sangiuliano si difende: ‘Ho pagato tutto io’
“Non capisco come si possano chiedere le mie dimissioni. Non ho fatto nulla di male, né a livello giuridico, né a livello istituzionale”, dice Sangiuliano a La Stampa. “Ho pagato tutto io con la mia carta di credito personale”, spiega il ministro, aggiungendo che le prenotazioni “non le ha fatte la segreteria del ministero, ma io direttamente dal pc o dall’Ipad”. Parole che si scontrano con i documenti pubblicati da Boccia. Sullo sfondo rimane anche l’ombra sull’utilizzo dell’auto della scorta: “Cosa credete che facesse Salvini con la Isoardi? E poi con la Verdini, anche prima di stabilizzare la loro relazione? E Franceschini con la De Biase, prima che diventasse sua moglie?”, si sfoga Sangiuliano. Meloni dice che è “solo gossip”. Ma il suo ministro ci si è già rifugiato come scudo.
Ma Boccia prende l’ultima parola e in mattinata pubblica una storia indirizzata direttamente al ministro: “Te l’ho detto ieri pomeriggio al telefono e te lo ripeto stamattina: Sono pronta ad applaudirti se la smetti di storpiare la realtà per coprire gente che non merita i tuoi sani valori: lealtà, rispetto, responsabilità. P.s. Gradirei non leggere più dichiarazioni inesatte da una persona che stimo e voglio bene”. Al di là dell’italiano claudicante sembra che la telenovela sia destinata a durare ancora.