“Le politiche di austerità non hanno pagato, adesso è necessario adottare misure espansive”. Per il presidente della commissione Bilancio del Senato, Daniele Pesco (M5S), gli ultimi dati dell’Istat sulla frenata del Pil italiano non sono una sorpresa e non fanno altro che certificarlo.
Peraltro il presidente del Consiglio ha chiarito che si tratta di un dato messo ampiamente in conto dal Governo…
“E’ un dato che ereditiamo dal passato. Ciò detto non cerchiamo né scuse né alibi: sappiamo che chi ci ha preceduto ha sbagliato, ma sappiamo anche di dover intervenire al più presto per invertire la rotta. Prendiamo atto dei risultati sfavorevoli per la nostra econimia con l’obiettivo di fare meglio. Partendo da un fatto incontestabile: le politiche di austerità non hanno pagato e ora è necessario adottare misure espansive”.
E qui entra in gioco la Manovra che da oggi sarà all’esame del Parlamento. Basterà a rimettere in moto la crescita?
“La Manovra contiene indubbiamente misure finalizzate proprio a questo obiettivo. A cominciare dal reddito e dalle pensioni di cittadinanza che servono a rilanciare sia l’occupazione che la domanda interna”.
In che modo stimoleranno la domanda interna?
“Il reddito di cittadinanza permetterà alle famiglie di spendere di più. Non solo alle famiglie attualmente senza un reddito ma anche a quelle che un reddito ce l’hanno già e che in questi anni hanno svolto, al posto dello Stato, funzione di ammortizzatore sociale. Come nel caso dei genitori e dei nonni che aiutano i figli e i nipoti disoccupati”.
I dati dell’Istat hanno di nuovo spinto lo spread al rialzo dopo la discesa di lunedì. Il Governo sostiene che non appena i mercati avranno compreso il senso della Manovra, queste fluttuazioni si stabilizzeranno. è d’accordo?
“Condivido pienamente la posizione del Governo. La Manovra va capita: i mercati e gli investitori devono comprendere che si tratta dell’inizio di una serie di provvedimenti che vogliamo attuare nell’arco dei 5 anni della legislatura. Pur mandando, sin da subito, un segnale forte all’economia”.
In che modo?
“Penso alle misure a sostegno delle imprese che vanno al di là delle richieste degli stessi imprenditori. Ad esempio il taglio dell’Ires, abbattuta di 9 punti per chi investe per migliorare la produttività, acquistando nuovi macchinari o assumendo forza lavoro”.
E per fare tutto quello che avete previsto di fare non si può prescindere dal saldo del 2,4% nel rapporto deficit-Pil?
“Per gli obiettivi che ci siamo prefissati, il saldo del 2,4% è irrinunciabile. Anche lavorando parallelamente sull’efficientamento della spesa pubblica: i tagli vanno fatti, ma per farli con oculatezza ci vuole tempo”.
Oggi la Manovra arriva in Parlamento. Un iter accidentato potrebbe suscitare nuove turbolenze sui mercati: lei prevede un percorso tranquillo?
“Lo auspico vivamente, così come mi auguro una rapida approvazione della Manovra lavorando in sinergia tra Camera e Senato”.
L’indebolimento del Governo tedesco con l’annunciato addio della Merkel alla politica, può far gioco all’Italia nel braccio di ferro con Bruxelles sulla Manovra?
“Anche se in Germania le cose per la Merkel fossero andate meglio, noi ci saremmo comportati esattamente allo stesso modo. Siamo convinti del fatto che non si possano limitare le possibilità di un Paese di adottare misure espansive, soprattutto in un momento come questo”.