Altro che prassi concordata o azione svolta nella legalità. L’autorità doganale francese non aveva alcun diritto di fare il blitz di Bardonecchia, sconfinando nel nostro territorio nazionale armata. Questa è la conclusione cui è arrivata la Procura di Torino dopo alcune settimane di indagine portate avanti dalla Digos. Ad annunciarlo è stato il procuratore capo di Torino, Armando Spataro: i doganieri non potevano entrare nella sala assegnata all’Organizzazione non governativa che assiste gli immigrati, ha spiegato il magistrato riferendo di aver raccolto delle comunicazioni tra i responsabili delle due dogane dove il francese lamentava che non ci fosse più la disponibilità di un’apposita stanza nella stazione di Bardonecchia.
SPREZZO DELLE REGOLE
Questo dimostrerebbe – secondo Spataro – che le forze dell’ordine francesi sapevano di non poter fare delle perquisizioni in quel modo. La Procura di Torino ha emesso pertanto un ordine di investigazione europeo che è stato inviato al magistrato di collegamento francese in Italia per avere dai transalpini le generalità dei cinque doganieri francesi e poterli interrogare per i reati di violazione di domicilio commessa da pubblici ufficiali e perquisizione illegale. “Siamo consapevoli – ha aggiunto Spataro – della delicatezza del caso, ma dobbiamo continuare a indagare perché c’è l’obbligatorietà dell’azione penale in Italia e quanto è accaduto a Bardonecchia per noi è un reato. Speriamo che la Francia sia collaborativa e che ci permetta di spiegare perché i doganieri hanno fatto quello che hanno fatto”.
L’intervento della polizia doganale francese, avvenuto il 30 marzo scorso, di sera, aveva creato una tensione altissima tra le diplomazie di Roma e Parigi. Quella sera cinque agenti francesi entrarono nel centro che si trova nei locali della stazione ed è gestito dalla ong Rainbow for Africa, accompagnando un uomo nigeriano per fargli produrre un campione di urina in bagno. Gli agenti sospettavano infatti che fosse uno spacciatore, ma il campione risultò negativo. Secondo Rainbow for Africa, entrando nel centro gli agenti erano armati e hanno intimidito un medico, i mediatori e gli avvocati.
LE REAZIONI
Il comportamento della polizia francese fu subito criticato da diversi politici italiani, che hanno protestato contro lo sconfinamento francese, violando le leggi europee che regolano l’intervento della polizia di uno stato sul suolo straniero. L’Italia trattata senza rispetto da Macron, scrissero alcuni giornali e il ministero degli Esteri costretto a convocare l’ambasciatore Christian Masset per chiedere spiegazioni.