Blitz della GdF contro la Mafia foggiana: le fiamme gialle hanno eseguito undici misure cautelari. Alla luce delle indagini condotte, è emerso che i clan sono riusciti a infiltrarsi nel tessuto economico di Pescara.
Blitz della GdF contro la Mafia foggiana: otto arresti tra Puglia, Abruzzo e Toscana
I militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Pescara, con il supporto del Reparto operativo aeronavale locale e delle fiamme gialle di Foggia, hanno eseguito lungo l’asse adriatico le undici misure cautelari personalidisposte dal gip dell’Aquila. I destinatari delle misure cautelari, emesse su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, sono personaggi di spicco della cosca nota come Società foggiana. Otto soggetti sono stati arrestati: quattro sono stati destinati a custodia cautelare in carcere mentre gli altri sono stati posti ai domiciliari. Tra le altre misure, poi, figura un obbligo di dimora e due obblighi di firma.
Il gip dell’Aquila, poi, ha disposto anche il sequestro di beni per due milioni di euro e decine di perquisizioni condotte tra le province di Pescara, Foggia e Grosseto. In particolare, sono stati sequestrati due immobili a Pescara e a Grosseto, 300 mila euro in contanti e quote di cinque società del Pescarese il cui valore ammonta, appunto, a due milioni di euro.
I clan si sono infiltrati nel tessuto economico di Pescara
Stando a quanto si legge nel comunicato diffuso dagli inquirenti, il blitz della GdF contro la Mafia foggiana è stato possibile a seguito di investigazioni, pedinamenti e intercettazioni telefoniche e ambientali di oltre 700 mila conversazioni che hanno reso possibile ricostruire la vasta rete dell’organizzazione. È in questo modo, infatti, che le forze dell’ordine sono riuscite a scoprire tutte le ramificazioni del business del clan Moretti-Lanza-Pellegrino a Pescara. Un business fatto di usura, ricettazione, estorsione e intestazione fittizia di beni.
Con il trascorrere del tempo, il giro d’affari milionario ha consentito alla cosca foggiana di infiltrarsi nel tessuto socioeconomico di Pescara contaminando con il metodo mafioso la realtà produttiva mediante traffici illeciti sulle piazze locali e con investimenti nelle più importanti realtà imprenditoriali del territorio.