Bloccato dalle 7 di questa mattina l’accesso della Leonardo a Bacoli, comune della provincia flegrea di Napoli. Il sito produce la componentistica militare per Israele (tramite la sua controllata OtoMelara che vende la componentistica ai cannoni israeliani, ndr). L’iniziativa rientra nella giornata dello sciopero internazionale in sostegno alla popolazione di Gaza. L’azienda, com’è noto, afferisce a Finmeccanica e gli attivisti accusano: “vende armi a un paese in guerra in violazione delle stesse leggi dello Stato e dell’articolo11 della Costituzione”.
Bloccato dalle 7 di questa mattina dai manifestanti pro-Palestina l’accesso allo stabilimento Leonardo di Bacoli
“Leonardo macchina di morte: stop al genocidio, Free Palestine”, è lo slogan che campeggia sullo striscione esposto dai manifestanti pro-Palestina che stamane sono arrivati ai cancelli della Leonardo per condannare la fornitura di armi “made in Italy” all’esercito israeliano.
“Oggi siamo qui per dire chiaramente che il governo italiano e la Leonardo sono complici del genocidio del popolo palestinese: il rifornimento di armi da parte della prima azienda italiana per produzione bellica all’esercito di Netanyahu rappresenta per noi un punto di non ritorno, è il momento delle azioni concrete contro i complici di questo sterminio”, dichiarano gli attivisti in una nota.
“Siamo qui per dire chiaramente che il governo italiano e la Leonardo sono complici del genocidio del popolo palestinese”
La giornata proseguirà con corteo che partirà alle 14.30 a piazza Garibaldi, nell’ambito di uno sciopero nazionale che convoglierà poi nella manifestazione di sabato 24 febbraio a Milano. “Bloccare tutto, innanzitutto la produzione di armi, è ad oggi una necessità. Dal 7 ottobre ad oggi sono più di 30.000 i palestinesi uccisi, di cui più di metà erano donne e bambini, il complice silenzio di mass-media e comunità internazionale circa il genocidio in corso non è più tollerabile”, questa la conclusione degli attivisti durante il sit-in davanti alla sede campana di Leonardo, che rilanciano contestualmente l’appuntamento alla mobilitazione del pomeriggio.