Arrestato a Viterbo Boris Boyun, presunto boss della mafia turca. L’operazione è avvenuta alle 4 di questa mattina ed è stata condotta da una task force congiunta di forze dell’ordine italiane e Interpol. Gli agenti hanno fatto irruzione in un appartamento in via Cardinal Francesco di Gambara, nella frazione viterbese di Bagnaia, dove sembra che si trovasse da tempo agli arresti domiciliari Boyun. L’uomo è stato portato via dagli agenti e dovrebbe essere condotto a Milano.
Il presunto boss della mafia turca era stato arrestato a Rimini nell’agosto del 2022, in seguito a un mandato di cattura internazionale emesso dal governo turco per le accuse di omicidio, minacce, lesioni, associazione a delinquere e violazione della legge sul possesso di armi. Boyun aveva respinto le accuse sostenendo di essere un perseguitato politico di origini curde, chiedendo la protezione internazionale all’Italia.
Il caso Boyun e la querelle tra Italia e Turchia
Boyun era stato al centro di una querelle tra lo Stato italiano e quelle turco che ne chiedeva l’estradizione. Richiesta che sembra sia stata ribadita anche dal presidente turco, Recep Erdogan, alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, negli scorsi mesi. La richiesta di estradizione era stata rigettata sia dal tribunale di Bologna che dalla Corte di Cassazione.
Il presunto boss turco sarebbe scampato a un agguato in Italia e avrebbe poi pianificato un attentato contro il presunto mandante del suo omicidio, il boss di un clan rivale. Dal 2 febbraio l’uomo è stato trasferito, dopo l’arresto, ai domiciliari a Crotone: proprio qui, la notte del 18 marzo, avrebbe subito un attentato con due killer che hanno fatto irruzione nel suo palazzo e sparato contro la porta d’ingresso. Il 40enne, una volta scampato all’agguato, avrebbe pianificato un attentato contro quello che ritiene essere il mandante di quell’operazione. Il piano è però stato sventato dalla comunicazione della polizia italiana alle autorità turche. Boyun è quindi stato trasferito nel viterbese, dove oggi è stato arrestato.
L’operazione della polizia contro la mafia turca
In totale le misure cautelari emesse dal gip del tribunale di Milano riguardano 19 soggetti turchi dimoranti in Italia, Svizzera, Germania e Turchia, tra cui lo stesso Boyun. Sono indagati, a vario titolo, per associazione per delinquere aggravata dalla transnazionalità, banda armata diretta a costituire un’associazione con finalità terroristiche, detenzione e porto illegale di armi e di esplosivi, traffico internazionale di stupefacenti, omicidio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Le operazioni sono partite grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali effettuate nei confronti dei componenti del gruppo criminale, oltre che attraverso servizio di osservazione e pedinamento con uno scambio di informazioni anche con la polizia turca.