Meglio un regalino all’Anas che mettere in sicurezza le autostrade colpite dal terremoto dello scorso anno. Alcuni emendamenti bipartisan, presentati alla manovrina e in discussione oggi alla Camera, stanno cercando di girare – con un cavillo costruito su misura – alla società guidata da Gian Vittorio Armani circa 700 milioni di euro che altrimenti andrebbero nelle casse del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Colpendo in particolare le zone flagellate dal sisma, che necessitano di ingenti sforzi economici per garantire una piena agibilità, soprattutto nei tratti autostradali che presentano dei ponti. Eventualmente chi pagherebbe il conto? I cittadini. Perché in mancanza dei fondi ministeriali, l’unica soluzione per reperire le risorse sarebbe quella di aumentare le tariffe sulla Strada dei Parchi, danneggiando le popolazioni che hanno patito il disastro naturale del sisma.
Non solo. L’approvazione dell’emendamento eluderebbe anche una sentenza del Tribunale di Roma, che sul caso specifico si à già pronunciato. La legge in vigore, approvata nel 2013, ha previsto la successione del ministero, attualmente guidato da Graziano Delrio, nelle situazioni debitorie e creditorie che facevano capo ad Anas per la concessione del tratto autostradale A24-A25. In questo quadro, il Mit è stato investito di un ruolo ben preciso, che gli ha concesso la possibilità di gestire i relativi fondi ottenuti. Destinandoli ai lavori più opportuni. L’Anas ha però da sempre contestato questo aspetto, aprendo un contenzioso, ma la sentenza ha dato torto alla società di proprietà del ministero dell’Economia, rigettando il ricorso.
Riceviamo e pubblichiamo:
In relazione all’articolo “Milioni di euro dei terremotati dirottati all’Anas” si sottolinea che la ricostruzione della vicenda non corrisponde allo stato dei fatti.
I 700 milioni di euro sono l’ammontare che il Gruppo Toto, a seguito dell’aggiudicazione della gara indetta nel 2001 per ottenere la concessione dell’Autostrada dei Parchi, si era impegnato a pagare ad Anas, in forma rateale con relativi interessi, in aggiunta al canone di concessione dovuto ad Anas in quanto concedente.
Dal 1° ottobre 2012, come noto, Anas ha cessato ex lege di essere concedente e le relative funzioni sono passate in capo al Ministero delle Infrastrutture (MIT). Il valore della concessione, ovvero i 700 milioni che il Gruppo Toto si era impegnato a versare in rate annuali, sono tuttavia rimaste appannaggio di Anas anche per espresso riconoscimento da parte del MIT. Fino al 2014 il Gruppo Toto ha devoluto il corrispettivo annuale ad Anas, ma a partire dal 2015 ha unilateralmente sospeso il pagamento delle rate.
Il MIT ha immediatamente sollecitato il Gruppo Toto al pagamento del dovuto, pena l’avvio delle procedure di revoca della concessione.
Strada dei Parchi Spa (Società del Gruppo Toto e concessionaria dell’infrastruttura Autostradale) ha conseguentemente avviato un giudizio ordinario contro il MIT ed Anas per rimettere alla valutazione dei giudici la possibilità di essere risarcita per gli oneri che a suo dire dovrebbe sostenere per la manutenzione dell’infrastruttura autostradale e di utilizzare a tal fine anche il residuo corrispettivo dovuto per l’acquisto della concessione. Va precisato al riguardo che il contratto di concessione disciplina con chiarezza gli obblighi della concessionaria Strada dei Parchi Spa per la manutenzione dell’infrastruttura, che naturalmente prescindono dal corrispettivo da devolvere per il pagamento della concessione ottenuta tramite gara.
Allo stato, il giudice cui si è rivolta Anas per ottenere il pagamento ha concesso il decreto ingiuntivo. A tale riguardo è importante sottolineare che per la magistratura non vi è dubbio che il concessionario sia tenuto al pagamento delle rate per l’acquisto della concessione, e che il contendere potrebbe semmai riguardare il soggetto beneficiario dello stesso pagamento (MIT o Anas).
Indipendentemente da chi sia il destinatario del pagamento, comunque, gli importi per risanare le presunte carenze dell’infrastruttura autostradale, sono stabiliti ad esito di un processo di approvazione specifico da parte del concedente (MIT) ed inseriti nel piano economico finanziario dell’infrastruttura. Non hanno alcuna correlazione con gli importi che il concessionario deve in ogni caso versare in base ai propri impegni contrattuali.
Ufficio stampa Anas
Risponde l’autore dell’articolo:
Prendiamo atto della lunga disputa tra Anas e Gruppo Toto, rilevando che non viene smentito il contenuto dell’articolo, poiché si concentra sul merito degli emendamenti presentati per indicare il beneficiario delle rate per la remunerazione del canone concessorio.
Stefano Iannaccone