Quattordici indagati e undici arresti con trasferimento in carcere: è il bilancio del blitz antidroga condotto a Marsala all’alba di venerdì 17 febbraio.
Blitz antidroga a Marsala, eseguiti undici arresti: tre donne al vertice
I carabinieri hanno condotto una vasta operazione antidroga a Marsala che ha colpito ben tre gruppi di spacciatori rivali tra loro. Ognuno dei gruppi individuato e neutralizzato dai militari dell’Arma era guidato da una donna. L’operazione è stata affidata ai carabinieri della compagnia locale di Marsala, dello squadrone eliportato Cacciatori di Sicilia, del 12esimo reggimento carabinieri Sicilia e agli uomini del nucleo cinofili di Palermo Villagrazia.
Le forze dell’ordine hanno dato esecuzione all’ordinanza cautelare emessa dal gip di Marsala su richiesta della procura. L’ordinanza cautelare riguarda in totale 14 indagati dei quali 11 sono stati trasferiti in carcere, due sono stati destinatari di divieti di dimora nel comune di Marsala e uno di obbligo di dimora. Gli indagati sono accusati a vario titolo di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti (crack, eroina e cocaina), estorsione, riciclaggio di denaro e lesioni personali.
Le indagini che hanno portato al blitz si sono concentrate principalmente nella piazza di spaccio nel quartiere popolare di Sappusi, in corrispondenza di via Virgilio. Secondo quanto riferito dagli inquirenti, i gruppi di spacciatori rivali sarebbero responsabili della morte per overdose di una giovane donna. I fatti risalirebbero ad ottobre 2021. La prematura morte della vittima spinse il suo compagno al suicidio.
Fondamentali le segnalazioni dei cittadini sui social
Il blitz antidroga a Marsala che si è concluso con 11 arresti è stato reso possibile anche grazie alla collaborazione dei cittadini. A confermarlo sono stati gli stessi investigatori che hanno riferito pubblicamente che la presenza degli spacciatori era stata più volte segnalata dai residenti su alcuni social network.
Il moltiplicarsi delle denunce sul web ha confermato e integrato le informazioni raccolte dai militari dell’Arma che stavano indagando sui pusher attivi nel quartiere popolare di Sappusi.