Anche la Banca d’Italia, come la Bce e ad altre banche centrali dell’Eurosistema, si troverà nei prossimi anni a dover fronteggiare risultati lordi negativi, prima che gli utili tornino gradualmente a crescere. È quanto ha detto oggi il governatore della Bankitalia, Ignazio Visco, all’Assemblea ordinaria annuale dei partecipanti al capitale, spiegando che “il rialzo dei tassi di riferimento della Bce ha determinato un aumento immediato del costo delle passività di bilancio”.
Il governatore della Banca d’Italia, Visco: “Il rialzo dei tassi di riferimento della Bce ha determinato un aumento immediato del costo delle passività di bilancio”
“Il risultato lordo della Banca d’Italia – ha detto Visco -, prima delle imposte e dell’accantonamento al fondo rischi generali, si è significativamente ridotto, passando da 9,2 a 5,9 miliardi, a causa soprattutto della contrazione del margine di interesse per 1,5 miliardi e delle maggiori svalutazioni sui titoli valutati al mercato, soprattutto in dollari statunitensi, per ulteriori 1,5 miliardi”.
“Il rialzo dei tassi di riferimento della Bce – ha ribadito il Governatore – ha determinato un aumento immediato del costo delle passività di bilancio, rappresentate soprattutto dai depositi delle banche e dal saldo debitorio target a fronte del quale non vi è stato un corrispondente incremento del rendimento delle attività di politica monetaria, meno sensibili alla crescita dei tassi in quanto costituite prevalentemente da titoli a tasso fisso e scadenza a medio-lungo termine”.
Visco avverte: “La Banca d’Italia si troverà nei prossimi anni a dover fronteggiare risultati lordi negativi, prima che gli utili tornino gradualmente a crescere. La politica monetaria è infatti disegnata in funzione del raggiungimento del mandato statutario della stabilità dei prezzi, anche se questo può comportare un temporaneo peggioramento dei risultati economici”.
“Alla fine del 2022 l’attivo di bilancio della Banca d’Italia ammontava a 1.477 miliardi, in diminuzione del 4% rispetto al 2021”
“Alla fine del 2022 l’attivo di bilancio della Banca d’Italia ammontava a 1.477 miliardi, in diminuzione del 4 per cento rispetto al 2021. Dieci anni fa, prima dei programmi di acquisto dell’APP e del PEPP, il totale di bilancio era pari a circa 600 miliardi” ha spiegato ancora Ignazio Visco.
“La dimensione resta quindi su livelli molto elevati rispetto al passato; tuttavia, per effetto del percorso di normalizzazione intrapreso essa è destinata a ridursi, con un ritmo più sostenuto a partire dall’esercizio in corso – ha aggiunto -. La parte prevalente delle attività continua a essere rappresentata dai titoli acquistati per finalità di politica monetaria”.
Il governatore ha ricordato, poi, che “il relativo ammontare aveva raggiunto alla fine dell’anno i 696 miliardi, di cui circa 630 costituiti da titoli di Stato italiani. Rispetto al 2021 la consistenza complessiva è cresciuta di 30 miliardi. Le attività detenute per finalità di investimento, pari a 147 miliardi contro i 150 dell’anno precedente, sono costituite per l’84 per cento da titoli pubblici, per il 12 per cento da azioni e quote di fondi, per il restante 4 per cento da altre attività finanziarie”.