Dopo undici mesi di guerra in Ucraina, tra i potenti non c’è nessuno che parli di pace. Il motto è sempre lo stesso, ossia di rifornire Kiev di armamenti a profusione. Professor Marco De Angelis, crede che così facendo si riuscirà a piegare Putin costringendolo a concludere le ostilità?
“Questa è una guerra voluta e pianificata dagli Usa insieme alla Nato per anni. Non è certamente iniziata il 24 febbraio 2022 che è soltanto la data in cui Putin ha deciso di rispondere alle continue provocazioni da parte dell’Ucraina, guidata dagli Usa-Nato. Quindi non è Putin che deve essere costretto a concludere le ostilità, sono gli Usa-Nato a doverlo essere. Quel che nessuno di noi sa, è qual è lo scopo che si sono prefissi gli Usa e la Nato, ossia fino a che punto vogliono portare la distruzione dell’Ucraina. Il punto finale, che nessuno vuole ma tutti temono, è l’uso della bomba nucleare da parte russa per chiudere il conflitto, come gli Usa in Giappone. Per nostra fortuna Putin è molto più assennato degli Usa e quindi sta portando avanti un’operazione militare speciale limitata, mentre la controparte Usa-Nato conduce una vera e propria guerra. Saremo fortunati se andrà avanti ancora così. La parola ‘pace’ può essere pronunciata solo dagli Usa-Nato, ossia da coloro che hanno provocato furbescamente e malignamente una guerra che alla fine né l’Ucraina né la Russia volevano. Loro hanno in mano oggi la pace come ieri la guerra”.
Intanto fa discutere l’invio di armi sempre più avanzate e offensive all’Ucraina. Eppure un tempo si diceva che ci saremmo limitati a fornire soltanto armamenti difensivi, come sistemi di antiaerea o anticarro. Che cos’è cambiato?
“Anche la risposta a questa domanda è impossibile perché non sappiamo quale sia il fine che si sono posti gli Usa e la Nato. Evidentemente la distruzione del Nord Stream non gli è bastato, vogliono altro. Cosa? Per quanto riguarda la Germania, bisogna sperare che si sollevi un’ondata di sdegno e che i Tedeschi si facciano finalmente sentire, comportandosi veramente da Tedeschi. Per ora sono stati soltanto pecorelle, nulla a che vedere con la personalità forte del popolo fiero di sé e indipendente che tutti conosciamo. Per ora hanno eseguito gli ordini del pastore Biden, anche se sembra che nel caso dei carri armati non vogliano più obbedire. Vedremo se ritroveranno l’uso della ragione”.
Tra l’altro sull’invio dei tank Leopard nei giorni scorsi c’è stato il forte pressing di Joe Biden per convincere la riluttante Germania ad autorizzare il loro invio. L’Unione europea è ancora indipendente in fatto di difesa?
“Purtroppo il dato più scoraggiante dal 24 febbraio in poi è stato proprio la nullità dell’Ue. Una completa mancanza d’identità, che nessuno di noi ‘europeisti veri’ si sarebbe mai aspettato. Vedere addirittura l’Ue, che è nata nel segno del pacifismo, stringere un patto con la Nato, che è invece un’alleanza militare, com’è accaduto qualche giorno fa, dovrebbe essere per ogni autentico europeista una ferita profonda al cuore. Del Resto gli Usa si sono sempre espressi contro un esercito europeo, perché ovviamente così possono mantenere sottomessa l’Ue. Questo è il secondo obiettivo Usa-Nato in questa loro guerra, ossia rendere la Nato l’esercito dell’Ue e quindi impedire un’indipendenza militare della medesima. Tutto ciò va contro la politica della Merkel che invece aveva sempre lavorato per il Nord Stream e per l’indipendenza militare dell’Ue. Gli Usa-Nato fondamentale si stanno vendicando della Merkel, questa può essere anche considerata una guerra contro la politica della Merkel”.
Quel che è certo è che il Cremlino ha già detto che l’invio di simili sistemi di armi da parte dell’Occidente costituisce la linea rossa da non superare. Crede che sia concreto il rischio di un allargamento del conflitto?
“Più che un allargamento potrebbe essere la trasformazione di un conflitto stile Novecento in un vero e proprio conflitto stile Duemila. Ovviamente ciò è possibile e sarebbe anche logico, le guerre si combattono con le armi del momento non con quelle del secolo precedente, pertanto l’uso della bomba nucleare, magari limitata, sarebbe semplicemente lo sbocco logico del conflitto. Tutto dipende solo ed esclusivamente dagli Usa-Nato, non dalla Russia, è bene che si capisca ciò. La Russia non perderà questa guerra, costi quel che costi, Putin l’ha chiaramente detto”.
A differenza di Germania e Francia che ragionano sul continuare o meno a fornire armi a profusione all’Ucraina, l’Italia sembra non porsi il problema e giura fedeltà alla linea statunitense. Come giudica l’atteggiamento del governo Meloni?
“Soltanto con Conte l’Italia ha mostrato negli ultimi anni una propria personalità in politica estera. Sia con Draghi sia ora con la Meloni non si è fatto altro che eseguire quanto dettato dagli Usa-Nato. Siamo lo zero assoluto, non vale neanche la pena di parlarne”.
Ci dica la verità, dopo undici mesi di guerra Lei vede qualche prospettiva di pace?
“Per la pace il discorso è molto complesso. Ho condotto a tal proposito uno studio negli ultimi mesi che ho pubblicato sulla piattaforma filosofica www.philosophyforfuture.org. Per arrivare a un’autentica pace definitiva in Europa orientale ci vorranno decenni, sarà necessario un processo di unificazione con la Russia come quello che abbiamo avuto dopo il 1945 in Europa occidentale con il processo di unificazione europea. Noi però non avemmo all’epoca gli Usa contro, ora invece ci sono gli Usa ai quali serve una Russia divisa dall’Europa orientale. Se non ci si libera in Europa dalla matrigna Usa, il futuro al confine con la Russia sarà nero. Per parlare di pace, abbiamo pertanto bisogno anzitutto di un’Europa con una propria identità, che corrisponda a quella delineata nel Manifesto di Ventotene e negli altri scritti europeisti a fondazione del progetto europeo. Fin quando l’Europa sarà suddita degli Usa, avremo sempre il pericolo di una guerra al confine con la Russia. Il massimo che si può avere alle condizioni date è una tregua, che ovviamente non risolverebbe i problemi, ma darebbe almeno tempo alla popolazione ucraina di tornare almeno momentaneamente alla normalità. Mi spiace doverlo dire qui, ma la situazione per i prossimi decenni non è grave, ma gravissima”.