Dalla Casa Bianca ripetono pubblicamente che, a dispetto dell’età, Joe Biden mantiene la sua lucidità e la sua salute fisica. Tuttavia, a porte chiuse, i funzionari della sua amministrazione sembrano raccontare un’altra storia. Un articolo del Wall Street Journal che sta facendo discutere riporta che, con l’avvicinarsi delle presidenziali americane, crescono i timori dei suoi collaboratori e del Partito democratico sulla tenuta psico-fisica dell’attuale inquilino della Casa Bianca. Nell’articolo vengono riportate testimonianze tutt’altro che lusinghiere di 45 funzionari ed esperti che lavorano o hanno lavorato a stretto contatto con Biden.
Queste rivelano che, in alcuni incontri, il presidente degli Stati Uniti avrebbe mostrato evidenti segni della sua età. Un caso emblematico riguarda i meeting frenetici sul rifinanziamento degli aiuti militari all’Ucraina dello scorso febbraio: cinque dipendenti dell’amministrazione americana hanno rivelato, con “preoccupazione”, che il presidente talvolta chiude gli occhi per un periodo estremamente prolungato, al punto che “molti nella stanza si chiedevano se si fosse spento”. Altre volte, “parlava così piano che le persone presenti agli incontri faticavano a udirlo” oppure “si affidava alle note scritte per fare affermazioni ovvie”.
Botta e risposta sulle condizioni di Biden
Sul punto, il Wall Street Journal ha intervistato l’ex speaker della Camera, il repubblicano Kevin McCarthy, che ha raccontato la sua esperienza personale con Biden: “Lo incontravo quando era vicepresidente. Andavo a casa sua. Ora non è più la stessa persona”. Secondo le testimonianze raccolte dal quotidiano negli ultimi mesi, il leader di Washington appare “più lento” e passa improvvisamente da una “buona” lucidità a “stati di confusione”.
Accuse che sono state smentite seccamente dalla Casa Bianca, che ha attaccato i repubblicani per aver diffuso quelle che definisce “fake news sullo stato di salute di Biden”. Il portavoce della Casa Bianca, Andrew Bates, ha dichiarato al Wall Street Journal che “i leader stranieri e gli esperti di sicurezza nazionale hanno detto chiaramente che il presidente è un leader efficace”. Una precisazione comprensibile, ma che sembra scontrarsi con la ricostruzione del quotidiano statunitense, che avrebbe sentito, anche se dietro richiesta di anonimato, numerosi parlamentari democratici e stretti collaboratori del presidente.
La corsa al bis di Biden non si ferma
Quel che è certo è che Biden è già oggi il presidente americano più anziano di sempre. Da tempo, nel Partito Democratico si rincorrono voci su presunte perplessità relative alle sue capacità, tanto da aver effettuato timidi tentativi per scoraggiarlo dal ricandidarsi. Tuttavia, l’inquilino della Casa Bianca ha tirato dritto e, complice l’incapacità dei democratici di trovare un candidato giovane e carismatico, ha già ottenuto il via libera dei suoi elettori durante le primarie, che sono ancora formalmente in corso. Anche lo sfidante è deciso: come da pronostico, sarà Donald Trump, malgrado la recente condanna per il caso del presunto pagamento alla pornostar Stormy Daniels.
Sia Biden che Trump, rimasti senza sfidanti interni, nelle ultime ore hanno vinto le primarie dei rispettivi partiti in New Jersey, New Mexico, South Dakota e Montana. Per quanto riguarda il tycoon risulta particolarmente indicativo il dato ottenuto nel New Jersey dove ha capitalizzato il 98% dei voti, mentre la migliore performance registrata da Biden è quella nel Montana dove ha ottenuto il 91 per cento delle preferenze a fronte dell’87 per cento finito allo sfidante Trump. nel New Jersey. A preoccupare il presidente in carica è, però, il dato del South Dakota dove il democratico non è riuscito ad andare oltre il 73 per cento delle preferenze.