Se fino a ieri era solo un’ipotesi investigativa, ora sui presunti affidamenti illeciti a Bibbiano in Emilia Romagna è arrivato un primo verdetto della Giustizia italiana. Con una decisione attesa da settimane – e una camera di consiglio durata oltre due ore – si chiude il primo round giudiziario con la sentenza, firmata dal giudice per l’udienza preliminare di Reggio Emilia, con cui è stato condannato a quattro anni di reclusione Claudio Foti (nella foto), lo psicoterapeuta titolare del noto studio di cura torinese Hansel&Gretel, a fronte dei sei che erano stati sollecitati dalla Procura. Una pena inferiore rispetto a quanto sollecitato dai magistrati che deriva dal fatto che lo specialista è stato assolto dall’accusa di frode processuale. Diverso il destino toccato all’altra imputata, l’assistente sociale Beatrice Benati che ha scelto il rito abbreviato che si è concluso con l’assoluzione.
VERSO LA RESA DEI CONTI. Un’udienza in cui, inoltre, è stato deciso il destino di altre 17 persone che sono state rinviate a giudizio e, a partire dal prossimo 23 giugno, dovranno sedersi sul banco degli imputati. Tra quest’ultimi c’è anche il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, che è stato rinviato a giudizio per abuso d’ufficio ma è stato prosciolto dalle accuse di falso. Al dibattimento, oltre al primo cittadino, prenderanno parte anche la moglie di Foti, Nadia Bolognini, l’ex responsabile dei Servizi sociali della val d’Enza Federica Anghinolfi e il suo braccio destro Francesco Monopoli.
Sono cinque, invece, le persone prosciolte che usciranno dal procedimento. Si tratta di Nadia Campani, funzionaria dell’Unione dei Comuni della val d’Enza; Attilio Mattioli, Barbara Canei, Sara Testa e la funzionaria del Comune di Reggio Daniela Scrittore. Con loro esce dal processo anche l’assistente sociale Cinzia Magnarelli che ha ottenuto un patteggiamento a un anno e 8 mesi dopo aver iniziato a collaborare con i magistrati.
“Restiamo fermamente convinti che il sindaco Carletti ha sempre agito in totale buona fede, come contiamo di dimostrare in giudizio”. Lo dice l’avvocato Giovanni Tarquini, difensore del sindaco di Bibbiano. Secondo il legale, come spiegato all’Ansa, “prendiamo atto del fatto che il giudice ha ritenuto necessario disporre il rinvio a giudizio per l’incolpazione di abuso d’ufficio, ma soprattutto del fatto che Carletti è stato prosciolto dalle ulteriori contestazioni, ed in particolare dall’ipotizzato falso, ritenuto dal gup evidentemente mai commesso da parte del sindaco”.
L’INCHIESTA DEI VELENI. Quanto stabilito ieri dal giudice per l’udienza preliminare di Reggio Emilia mette fine a quasi due anni di indagini e veleni. La vicenda, infatti, deflagra a giugno del 2019 quando una serie di arresti porta alla luce il cosiddetto caso Bibbiano. Una vicenda oscura in cui, secondo la Procura, sarebbe emerso un vero e proprio sistema con cui, grazie a una serie di compiacenze, venivano eseguiti allontanamenti illeciti dei bambini dalle proprie famiglie.
Carte alla mano, per i magistrati ci sarebbe stato un cospicuo numero di professionisti che avrebbe lucrato, dando vita a un giro capace di fruttare migliaia di euro, sulla pelle di giovanissimi ragazzini. Al loro fianco, sempre secondo i pubblici ministeri, c’erano altri che si avvantaggiavano dell’indotto derivante dalla gestione dei minori magari organizzando corsi di formazione e convegni ad appannaggio della stessa onlus.