Il Movimento 5 Stelle è un argine contro i populismi. Pier Luigi Bersani, uno dei fondatori del Movimento democratico e progressista (Mdp), ha cercato di costruire un ponte con Beppe Grillo. Senza chiudere la porta all’alleanza con il Pd alle prossime amministrative. “I Cinquestelle tengono in stand-by il sistema. Ma se alle prossime elezioni s’indebolissero, arriverebbe una robaccia di destra”, ha affermato l’ex segretario del Pd. E ancora: il M5S “sarà pure solipsista, ma va tenuto dentro il circuito democratico”. Insomma un tentativo di dialogo per fare da “raccordo delle forze populiste contro quelle che si definiscono responsabili. Ma allo stesso modo non appoggerò un rassemblement dei responsabili contro i populisti”. Non è tardata ad arrivare una risposta dal Pd: “Bersani cerca il dialogo con il M5S. Sui vaccini? Sull’alleanza con Putin? Sulla violenza evocata da Di Maio? Il modello di Mdp è la giunta Raggi?”, ha ironizzato il senatore renziano, Andrea Marcucci. Più diretto le parole di Mauro Del Barba: “L’attrazione fatale di Bersani per la mucca nel corridoio lascia sconcertati. I 5 stelle sono la peggior faccia del populismo, altro che argine!”, ha dichiarato il parlamentare del Pd.
In un’intervista a La Stampa, comunque, Bersani ha lanciato l’affondo al Pd: “Se il M5S cresce bisogna cercare le ragioni: qualcuno può pensare che Consip e il voto su Minzolini non siano benzina per Grillo?”. Sul rapporto con il Pd, l’ex ministro ha lasciato uno spazio per il confronto: “Alle amministrative andremo con una chiave di centrosinistra, favorendo liste civiche. Da qualche parte sarà possibile presentare un candidato sindaco, altrove si potrà convergere con altri, in altre ancora daremo indicazioni da fuori”.