Prima il problema era il ricovero di Silvio Berlusconi e ora la mancata vaccinazione del suo ragioniere. Ogni volta che c’è un’udienza del Ruby ter, che vede il Cav, insieme ad altre 28 persone, accusato di corruzione in atti giudiziari, spunta un impedimento e si va avanti di rinvio in rinvio senza riuscire a celebrare il processo. Proprio quello che è previsto anche oggi.
Ruby Ter: il testimone non è vaccinato
Questa mattina è prevista la testimonianze del ragioniere di fiducia dell’ex premier, Giuseppe Spinelli, che si occupava di far avere i soldi alle giovani che erano state ospiti delle serate ad Arcore. Ma il Tribunale di Milano con ogni probabilità non potrà far altro che disporre l’ennesimo rinvio, aggiornando il processo al prossimo 28 aprile. Già il 24 marzo scorso infatti Spinelli, chiamato come teste dai pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio, aveva depositato un’istanza di impedimento, sostenendo di non aver ricevuto ancora la seconda dose del vaccino e, dunque, di non poter essere in aula.
Problema che, a quanto pare, non si è risolto e che dunque si riproporrà oggi. Spinelli è uno degli ultimi testi dell’accusa, ma il dibattimento, a causa di continui impedimenti, non si riesce appunto a chiudere. Dopo aver ascoltato il ragioniere è previsto l’esame degli imputati e dei testimoni della difesa. Nelle ultime udienze la difesa del Cav non ha presentato legittimi impedimenti. Nemmeno quando Berlusconi si trovava ricoverato per motivi di salute, e non aveva chiesto dunque di bloccare le attività, ma i problemi sono arrivati ugualmente.
Settimo rinvio in vista per il processo di Berlusconi
Per gli inquirenti, le olgettine sarebbero state ricoperte di denaro per tacere su quanto accadeva realmente nelle “cene galanti” ad Arcore. I pm hanno anche ritoccato il valore delle due ville che il Cav avrebbe regalato a Barbara Guerra e Alessandra Sorcinelli. Da poco meno di 900mila euro ciascuna a poco più di 1,1 milioni. Un particolare che ha portato alla modifica dell’imputazione a carico dei tre imputati.
Vicende che partono dal caso della allora diciassettenne marocchina Karima El Mahroug, detta Ruby Rubacuori. Accompagnata, il 27 maggio 2010, in questura a Milano per essere identificata, in quanto sospettata di furto e priva di documenti. Da lì sono seguiti undici anni di tormenti per il Cav. Avvertito che la minore era stata fermata, Berlusconi telefonò infatti al capo di gabinetto della questura, chiedendo che Ruby venisse affidata all’allora consigliera regionale del Pdl, Nicole Minetti.
La storia di Ruby Rubacuori, Berlusconi e Nicole Minetti
Il successivo 21 dicembre l’ex premier venne quindi indagato per concussione. Un quanto, per gli inquirenti, aveva abusato del suo ruolo per fare pressioni nel rilascio di Ruby. Con l’obiettivo di nascondere il reato di prostituzione minorile, sostenendo che alle serate di Arcore, oltre alla stessa Minetti e a diverse ragazze, c’era anche la minorenne di origine marocchina. A quel punto la tesi difensiva fu quella ormai nota che Berlusconi credeva che Karima El Mahroug fosse la nipote dell’allora presidente egiziano Hosni Mubarak e avesse voluto evitare un incidente diplomatico.
Tra un voto e l’altro alla Camera l’imbarazzo è cresciuto sempre più. Il 24 giugno 2013 Berlusconi è stato condannato in primo grado, dal Tribunale di Milano, a 7 anni di reclusione. Ma il 28 luglio 2014 è stato assolto dalla Corte d’appello. Si è infine aperto il fronte della presunta corruzione dei testimoni, che ha dato vita a sei procedimenti.