di Lapo Mazzei
“Io resisto! Non mollo. State tranquilli che non mi faccio da parte, resto io il capo del centrodestra. Farò sino all’ultimo l’interesse del Paese e degli italiani. Andate avanti con coraggio. Non vi farò fare assolutamente brutte figure. Prepariamoci al meglio!”. Certo, non si chiamerà Massimo Decimo Meridio e non avrà il fisico di Russell Crowe. Ma del gladiatore ha tutte le caratteristiche: non molla mai. E più che alla celebre frase del film di Ridley Scott, una delle citazioni più usate di questi ultimi anni (“ al mio segnale scatenate l’inferno”) , l’uscita di ieri di Silvio Berlusconi, che ha scelto Facebook per tornare a farsi sentire, assomiglia tanto ad un altro passaggio del film:“C’è stato un sogno una volta che era Roma; lo si poteva soltanto sussurrare: ogni cosa più forte di un sospiro l’avrebbe fatto svanire. Era così fragile. Io temo che non sopravviverà all’inverno”, dice Marco Aurelio a Decimo Meridio.
L’ultimatum
Ecco, volendo uscire dalla metafora cinematografica, la sensazione è che la dichiarazione dell’ex presidente del Consiglio assomigli molto ad un ultimatum, alla presa d’atto dell’impossibilità di poter proseguire su di una strada che vede Pd e Pdl seduti accanto nel sostenere il governo Letta. Un sostegno che rischia di travolgere Berlusconi, sempre più afflitto dalla sindrome dell’accerchiato, dato che il Pd sembra essere davvero intenzionato ad affondarlo al Senato, con il voto che ne decreta la decadenza da parlamentare. Insomma, il Berlusconi tecnologico dopo quello aereo, lancia la campagna d’autunno in vista della sfida finale, da consumarsi in inverno. E allora avanti tutta con i nuovi messaggi da consegnare all’elettorato, anticipando le intenzioni politiche della Forza Italia 2.0 che verrà, forte degli slogan che appariranno nei prossimi manifesti. Non solo. Il post su Facebook rappresenta il battesimo del fuoco per il cambio di look del sito del Pdl. Berlusconi, infatti, ha deciso di puntare soprattutto sul web in vista della “campagna d’autunno” per il lancio di Forza Italia. Basta cliccare sull’home page per navigare nella nuova infografica. In primo piano c’è il manifesto di Fi con la scritta a caratteri cubitali “Ancora in campo per l’Italia” e la foto del Cavaliere che parla dal palco allestito in via del Plebiscito dopo la condanna in Cassazione per i diritti tv. Il sito del partito, curato dal responsabile nazionale Antonio Palmieri, dai ieri rilancia con grande evidenza (anche su Fb, twitter e forzasilvio.it) una dichiarazione del leader azzurro diffusa in un fugace contatto (attraverso il vivavoce del cellulare del senatore Mario Mantovani) con i militanti della riviera riminese impegnati con un gazebo referendario: “‘State tranquilli, io resisto non mollo! Resto il capo del centrodestra”. In evidenza anche una sorta di riassunto delle vicende giudiziarie del Cav dalla discesa in campo del ‘94 ad oggi: “‘Vent’anni di caccia all’uomo”. Il dossier si conclude con l’interrogativo: “E non vuoi chiamarla persecuzione?”.
Della svolta “azionista” del capo la più soddisfatta, ovviamente, è la pitonessa del Pdl. “Non ho mai avuto dubbi. Ho sempre avuto la certezza di chi è Silvio Berlusconi, della sua battaglia da vent’anni per la libertà e la democrazia, però certamente questo suo post su Facebook mi ha dato più forza”, ha detto convinta Daniela Santanchè.
I falchi prendono quota
A questo punto, però, l’esponente del Pdl, punta avanzata dei falchi del partito, vuole “vedere come si comporterà in giunta per le elezioni il Partito democratico che ogni giorno si riempie la bocca della responsabilità, della necessità che l’Italia ha bisogno di un governo. Voglio vedere dove arriva la loro responsabilità, dice ancora, “ e se è possibile stanare la loro irresponsabilità. Se il Pd in quella commissione voterà contro Berlusconi i nostri ministri e noi non potremmo stare seduti allo stesso tavolo di chi è il carnefice di leader azzurro. Insomma, persa la prima parte della gara con il Quirinale, la nota del Colle ha congelato Berlusconi e il partito, non resta che giocare con il match con il Pd al Senato. Il conto alla rovescia per il voto in Giunta è già partito. Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, parlando al Meetingi di Rimini ha risposto duramente alle minacce di crisi (“sarà punito chi pensa a interessi personali”. Ma il tasto è sempre lo stesso: “l’agibilità politica” per il leader condannato in via definitiva per la vicenda dei diritti tv.
Parlamentari blindati
Resta solo un grande dubbio: quella in giunta sarà solo una battaglia o lo scontro finale, visto che Renato Schifani va controcorrente. “Le dimissioni dei parlamentari del Pdl non sono all’ordine del giorno”, afferma il capogruppo del Pdl al Senato, conversando con i giornalisti al Meeting di Comunione e Liberazione. “Ci batteremo in Giunta”, ha ribadito, “ perché le nostre argomentazioni ed osservazioni, con dovizia di particolari e approfondimenti giuridici e senza attività ostruzionistica, vengano recepite e fatte proprie anche da chi ci vuole ascoltare”. No, Berlusconi non sarà Massimo Decimo Meridio, però, gli assomiglia : “Qualunque cosa esca da quei cancelli… avremmo maggiori possibilità di sopravvivere se combatteremo uniti. Avete capito? Se saremo uniti, sopravviveremo”. Pidiellini avvisati…