Alle ore 17.43 finisce l’era parlamentare di Silvio Berlusconi. L’Aula del Senato ha votato sì alla decadenza da senatore. Berlusconi è stato condannato in via definitiva a quattro anni per frode fiscale. Il suo posto in Senato sarà occupato dal neo senatore molisano Ulisse Di Giacomo. Molto animato il dibattito in Aula. Respinte tutte le pregiudiziali poste dal centrodestra che fino alla fine ha provato a chiedere il voto segreto. Duro attacco di Forza Italia ai senatori a vita: “Vergognatevi, sempre assenti e oggi presenti”.
Giorno di lutto, ma resto
Non molla Silvio Berlusconi. Anche se il Senato ha approvato la sua decadenza, lui rilancia e parla già delle prossime elezioni. Sottolinea che Matteo Renzi e Beppe Grillo sono leader politici pur non essendo parlamentari. Torna all’antico col rilancio dei club di Forza Italia, che ora si chiameranno ‘Forza Silvio’ e annuncia un evento per l’8 dicembre, al raggiungimento dei primi mille. Su un palco allestito di fronte alla sua residenza romana di palazzo Grazioli, il Cavaliere apre il comizio con l’inno di Mameli. “Siam pronti alla morte”, le sue prime parole. “Siamo qui in un giorno amaro, un giorno di lutto per la democrazia”, continua. “Noi – mette subito in chiaro – non ci ritireremo in qualche convento. Siamo qui, stiamo qui, staremo qui”. “Leader di altri partiti – spiega – non sono parlamentari. Parlo di Renzi e Grillo. Anche senza essere parlamentari potremo continuare a combattere per la nostra libertà. C’è molto lavoro da fare”. “Come Forza Italia – prosegue – abbiamo deciso di ritornare in mezzo alla gente. Responsabilmente ma colpevolmente. Perché quando si è eletti perché nominati in un elenco non è più necessario passare il sabato, la domenica e il lunedì a parlare con gli elettori”. Dopo un attacco alla magistratura “di estrema sinistra” che “si è data come missione quella di essere la via giudiziaria al socialismo contro il capitalismo borghese”, Belusconi rilancia la necessità di riforme costituzionali: “Dobbiamo prenderci il diritto di eleggere direttamente il presidente della Repubblica”, spiega. Non manca una stoccata agli ex alleati: “A voi – dice rivolgendosi ai sostenitori – il ringraziamento mio e di tutti i miei collaboratori e dei nostri parlamentari. Altri se ne sono andati”. Il riferimento al gruppo guidato da Angelino Alfano scatena il coro “traditori traditori”. “Accetto questa interruzione ruvida ma efficace”, riprende Berlusconi. E parla già delle “prossime campagne elettorali”: “Dobbiamo convincere – spiega – i moderati a non frazionare il loro voto, a unire i voti di tutti noi che amiamo la libertà e vogliamo restare liberi, per dare ai nostri figli un futuro di vera democrazia e libertà e di vero benessere”. E conclude: “Non dimenticherò mai nella mia vita questa giornata. Grazie di cuore, viva l’Italia”.
Le reazioni
“Questo Paese e questa democrazia devono vergognarsi per quello che mio padre sta subendo. Questa politica si dovrà pentire di essersi ancora una volta arresa ad una magistratura che intende distruggere chiunque provi ad arginare il suo strapotere”. Lo scrive Marina Berlusconi in una nota. “L’Italia – aggiunge – non merita di vedere l’uomo che milioni di italiani hanno scelto con il voto venire allontanato da uno dei luoghi più solenni della Repubblica, in base ad una assurda condanna senza prove e calpestando principi costituzionali, normative, prassi minime di civiltà. Una violenza di questo tipo rappresenta una macchia che peserà sulla storia del nostro Paese”. “Mio padre – continua – decade da senatore, ma non sarà certo il voto di oggi a intaccare la sua leadership e il suo impegno. La vera decadenza è quella imboccata dalle nostre istituzioni: sono loro, e non mio padre, ad uscire profondamente umiliate dallo scempio cui oggi ci è toccato assistere”.
“È una brutta giornata per il Parlamento e per l’Italia, è stato estromesso dal Parlamento un uomo che milioni di italiani avevano votato”. Così il leader di Nuovo centrodestra Angelino Alfano ha commentato, nel corso di una conferenza stampa al Senato con i colleghi Renato Schifani e Maurizio Sacconi, il voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi. “Noi – ha aggiunto – rivendichiamo questi ultimi venti anni e le battaglie condotte in tema di giustizia”. “A questo punto – ha sottolineato – anche il Pd non ha più alibi, la riforma della giustizia non può e non deve uscire dell’agenda del Parlamento e del Governo”. Ai sostenitori di Forza Italia, che nel corso della manifestazione hanno alzato il coro “traditori” all’indirizzo del loro gruppo, ha risposto: “Noi durante la riunione dei gruppi ci siamo dati come linea quella di non rispondere. Oggi è una giornata brutta e non ci sembra il caso di rispondere contribuendo a un qualcosa che riteniamo sia un qualcosa non commendevole”.