di Angelo Perfetti
Era il gennaio 2012. Il Milan, in una fase delicatissima della stagione, nogò ai giornalisti del gruppo televisivo Mediaset di intervistare i propri tesserati nella settimana che precede il derby di Milano. Magari non tutti se lo ricordano, ma la strategia del Cav nei momenti difficili è quella di evitare dichiarazioni destabilizzanti, anche a costo di provocare qualche malumore interno. Mediaset, infatti, per quella scelta subì il danno di non poter offrire ai propri spettatori proprio i servizi sui rossoneri. Ma iol Cav è così: lui che è liberale per antonomasia, non apprezza quando le dichiarazioni “in libertà” salgono sopra l’asticella di guardia. E spegne i ripetitori. Accadde allora, accade oggi, in un Pdl sempre più diviso tra falchi e colombe. E se l’immagine da offrire all’esterno è quella di una compattezza sui contenuti (ecco il perché del silenziatore alle mille voci distinte e distanti) nella realtà dentro al partito si è arrivati ai ferri corti. E le dichiarazioni più che provocare problemi all’esterno rischiano di innescare furiosi liti all’interno (vedi il caso Santanchè-Cicchitto) litigi che oggi come oggi il Pdl non può permettersi,
Il contenuto della nota
‘In questa situazione di difficoltà per il nostro Paese e di confronto tra le forze politiche, il dibattito all’interno del Popolo della Libertà, che nasce come chiaro segnale di democrazia, viene sempre più spesso alimentato, forzato e strumentalizzato dagli organi di stampa”. Così Silvio Berlusconi, che aggiunge: “La passione e l’impegno generoso dei nostri dirigenti e dei nostri militanti, anche negli ultimi giorni, vengono riportati e descritti a tinte forti, quasi fossero sintomi di divisione e di contrasto. Perciò – sottolinea il leader del Pdl – invito tutti a non fornire con dichiarazioni e interviste altre occasioni a questa manipolazione continua che alimenta le polemiche e nuoce a quella coesione interna, attorno ai nostri ideali e ai nostri valori, che è sempre stata ed è il tratto distintivo del nostro movimento”.
Le critiche del Pd
‘’Il ‘silenzio stampa’ chiesto ai suoi sostenitori da Silvio Berlusconi è un notevole esempio di ‘surrealismo’ applicato alla politica. Vincenzo Vita, del Pd, e
Giuseppe Giuletti, portavoce di Articolo 21, sono netti: “Lui ‘videomessaggia’ e il resto deve tacere. Grottesco e drammatico insieme, sintomo della resa dei conti finale del regime di Arcore. E che la trovata non serva da diversivo: il videomessaggio esce dai confini delle regole. Previste persino dal Testo Unico dell’allora ministro Gasparri’’.
I dissidi interni al Pdl
“Assisto con qualche amarezza – ha detto Osvaldo Napoli del Pdl – alla battaglia, per fortuna solo cartacea, tra falchi e colombe che si combatterebbe nel PdL per decidere quale dovrebbe essere la linea più adeguata per salvaguardare l’agibilità politica del nostro presidente Berlusconi. Con una premessa che tutti trascurano, soprattutto gli irriducibili: non c’è una sola volta, nella storia politica ventennale del berlusconismo, in cui il presidente abbia fatto scelte anteponendo i propri interessi a quelli dell’Italia. Io – dice sempre Napoli – rovescerei il senso della contesa giornalistica in questo modo: Berlusconi e con lui il PdL ritengono che il governo Letta, da noi fortissimamente voluto, risponde ancora agli interessi del Paese? Se la risposta è affermativa – prosegue – e può esserlo soltanto sulla base degli atti concreti che il governo si appresta a compiere su Imu e Iva, non ci sarà nessuna crisi. Quali che saranno gli sviluppi della vicenda personale di Berlusconi. Se, invece, dal governo dovessero arrivare risposte inadeguate o dannose per la ripresa economica, allora il PdL e Berlusconi hanno il dovere, non solo verso i nostri elettori ma verso gli italiani, di ricontrattare in modo duro con il governo il programma economico e sociale. E questo avverrà senza frammischiare i fatti suoi personali con gli interessi generali.”.