L’ex premier e leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, è stato assolto, perché il fatto non sussiste, dal Tribunale di Siena nell’ambito nella tranche toscana del processo Ruby Ter, in cui era imputato, per corruzione in atti giudiziari, insieme a Danilo Mariani (anche lui assolto con la stessa formula), il pianista senese che allietava le cene e gli eventi che si tenevano nella villa del Cavaliere ad Arcore.
“Grandissimo risultato, tutti e due assolti con formula piena: sono veramente contento. Non stupito: è il giusto epilogo di questo processo che forse si doveva fermare un po’ prima” ha commentato l’avvocato Enrico De martino, uno dei legali di Silvio Berlusconi. “Ho sentito Berlusconi poco fa, è evidentemente sollevato e soddisfatto” ha detto, invece, l’avvocato Federico Cecconi.
Nel corso dell’udienza di oggi, in cui i giudici avevano annunciato a sorpresa la conclusione del dibattimento (leggi l’articolo), l’accusa aveva chiesto 4 anni per entrambi gli imputati. Gli avvocati dell’ex premier, che avevano anche preannunciato un’istanza di ricusazione del collegio, avevano chiesto, invece, l’assoluzione per il Cavaliere. Stessa richiesta formulata anche dalla difesa di Mariani.
Sempre oggi le difese avevano chiesto l’audizione di 5 testimoni a integrazione di precedenti dichiarazioni. Si trattava di Giuseppe Spinelli, Mariano Apicella, Simonetta Losi (moglie del pianista Mariani) e di due consulenti, Gianfranco Santolini e Andrea Perini. Il presidente del collegio Simone Spina, subentrato al precedente presidente Ottavio Mosti, le aveva respinte, mentre la pm Valentina Magnini si era opposta all’integrazione.
La tranche senese del processo Ruby riguardava l’episodio secondo cui l’ex premier avrebbe pagato il pianista delle feste di Arcore, Danilo Mariani, per indurlo a falsa testimonianza sul caso “olgettine” (leggi l’articolo), per il quale è in corso un altro dibattimento a Milano. Secondo la Procura di Siena, i bonifici mensili da 3mila euro effettuati da Berlusconi a Mariani, giustificati come “rimborsi spesa”, erano, invece, dei pagamenti per indurlo a testimoniare il falso sulla natura delle feste che si tenevano nella villa di Arcore.