Berlino fa da apripista Ue. Chiesta la deroga per il riarmo

I tedeschi chiedono l’esenzione dai vincoli di bilancio. Giorgetti per ora lo esclude, ma rimane un’opzione

Berlino fa da apripista Ue. Chiesta la deroga per il riarmo

L’addio a Bergoglio, accompagnato dai tanti riconoscimenti degli appelli di Papa Francesco alla pace, sembra già dimenticato. Ieri la Germania ha chiesto alla Commissione Ue l’esenzione dai limiti di spesa del Patto di stabilità, con l’attivazione della clausola di salvaguardia, per avere deroghe relative agli investimenti nella difesa.

L’invito della Commissione europea agli Stati Ue era stato quello di chiedere in maniera coordinata l’attivazione della clausola entro fine aprile, anche se il commissario Ue all’Economia Valdis Dombrovskis, nella conferenza stampa al termine dell’Ecofin informale, ha già chiarito che quella di fine mese non è una scadenza vincolante.

Secondo quanto annunciato da Bruxelles le deroghe al Patto consentiranno di aumentare le spese nella difesa dell’1,5% del Pil all’anno per quattro anni.

Berlino fa da apripista: è la prima a chiedere la deroga all’Ue per svincolare le spese per la difesa dal Patto

“Al momento la Germania è la sola ad aver fatto richiesta per l’attivazione della clausola nazionale di salvaguardia” per la difesa, ha spiegato un portavoce della Commissione. Dal punto di vista tecnico, ha aggiunto il portavoce, la clausola può essere attivata in qualsiasi momento ma la volontà della Commissione “è che ci sia uno sforzo di coordinamento” tra i 27.

Portogallo e Slovenia hanno annunciato pubblicamente di voler ricorrere alla clausola ma “la loro richiesta formale” non è ancora arrivata, ha spiegato il portavoce ricordando che l’analisi delle richieste di attivazione avverrà nel corso del mese di maggio per arrivare ad una conclusione in tempo per il pacchetto del semestre europeo previsto il 4 giugno.

Si ritiene che Polonia, Belgio e Bulgaria saranno i prossimi a muoversi, anche se l’attesa a Bruxelles è che la clausola venga attivata dalla maggior parte dei Paesi Ue e che dopo l’annuncio di Berlino gli altri rompano gli indugi.

Paesi con alto debito pubblico come Francia e Spagna hanno già espresso forti riserve sull’utilizzo di questo strumento.

Giorgetti per ora ha negato di voler fare come Berlino ma il governo ha già apprezzato la possibilità della clausola di salvaguardia

L’Italia con il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha già indicato che raggiungerà l’obiettivo di spese nella difesa per il 2% del Pil senza la sospensione del Patto. Ma non è detto. Non è un mistero che l’Italia – eravamo ai primi di febbraio – abbia plaudito alla possibilità della clausola.

Il governo italiano “accoglie con soddisfazione l’annuncio della presidente della Commissione europea riguardante nuove iniziative volte a incrementare gli investimenti nel settore della difesa, a partire – come richiesto da tempo dall’Italia – dall’esclusione di tali spese dal Patto di Stabilità”, comunicò Palazzo Chigi.

“Si tratta – si leggeva in una nota – di un primo, fondamentale passo nella giusta direzione, che dovrà essere seguito anche dall’istituzione di strumenti finanziari comuni”.

E non è un caso che ieri il ministro degli Esteri italiano abbia apprezzato l’iniziativa tedesca. “A me pare, quella di Berlino, una richiesta saggia: bisogna scorporare le spese della difesa dal fatto di stabilità”, ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

Il M5S non ci sta: il governo Meloni ha una responsabilità storica sulla fine dell’Europa di pace

“Finita la falsa retorica di pace di questi giorni, si torna alla cruda realtà dei fatti e delle decisioni. Il Governo Meloni si è assunto una gravissima responsabilità storica, mettendo la firma sulla fine dell’Europa di pace costruita in questi anni. Poco fa la Germania ha annunciato l’attivazione della clausola e della relativa richiesta a Bruxelles per andare oltre i vincoli europei di bilancio per armi e nuove spese militari”, dichiara il presidente del M5S, Giuseppe Conte.

“Pensate – spiega ancora l’ex premier – con i sondaggi che accreditano gli estremisti di destra come primo partito, la Germania potrà riarmarsi senza più limiti, stracciando via quel che è stato sin qui il mercato unico europeo, gli equilibri e le simmetrie perseguiti in tutti questi anni. Tutto questo grazie alla furba complicità di Meloni, Tajani e Crosetto, che hanno realizzato un capolavoro: hanno premuto in Europa per far spendere ai singoli Stati di più in armi e hanno esultato quando Bruxelles ha detto sì a questa possibilità”.

“Una Germania male armata è oggi un pericolo maggiore per l’Europa di una Germania equipaggiata in modo forte”. È quello che dirà il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, in un discorso a Bruxelles per i 70 anni dell’Ingresso della Germania nella Nato, anticipato dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung.

Ma questo discorso diventa pericoloso se letto in un’altra ottica, come ha ricordato l’ex premier Conte. Ovvero una Germania armata fino ai denti, considerando l’avanzata dell’estrema destra, non può che far paura ed evocare tragici eventi della storia.