Beppe Grillo è indagato a Milano per traffico di influenze illecite per alcuni contratti pubblicitari sottoscritti dalla compagnia di navigazione Moby con il blog Beppegrillo.it. Il cofondatore e garante del Movimento 5 stelle risulta indagato insieme al patron della stessa compagnia di navigazione, Vincenzo Onorato.
Secondo quanto riferisce in un comunicato la Procura di Milano, “allo stato che la società Beppe Grillo srl, di cui Grillo è socio unico e legale rappresentante, ha percepito da Moby spa 120 mila euro annui negli anni 2018 e 2019, quale corrispettivo di un ‘accordo di partnership’ avente a oggetto la diffusione su canali virtuali di ‘contenuti redazionali’ per il marchio Moby”.
L’indagine, condotta della Guardia di Finanza e coordinata dall’aggiunto Maurizio Romanelli e dal pm Cristiana Roveda, nasce dall’inchiesta in corso sulla compagnia Moby, ammessa al concordato preventivo di recente, che vede indagati il patron Vincenzo Onorato e il figlio. Gli accertamenti che coinvolgono Grillo, ma anche la Casaleggio Associati, sono partiti da una relazione depositata da un consulente tecnico della Procura dove si parla di 200 mila euro versati alla Beppe Grillo srl per un contratto che va dal marzo 2018 al marzo 2020 “volto ad acquisire visibilità pubblicitarie per il proprio brand sul blog” e di 600 mila per due anni per la Casaleggio Associati per “sensibilizzare le istituzioni sul tema dei marittimo” e per “raggiungere una community di riferimento di 1 mln di persone”.
Onorato, riferisce ancora la nota della Procura di Milano, “ha richiesto” a Grillo “una serie di interventi in favore di Moby” che il fondatore M5S avrebbe “girato” ad altri politici riferendo poi all’armatore le “relative risposte”. “È stato ritenuto indispensabile acquisire la documentazione relativa ai contratti sottoscritti da Moby spa con le società Beppe Grillo srl e la Casaleggio associati srl” e “alle prestazioni che ne costituiscono l’oggetto, nonché ogni altro documento utile a comprenderne la natura”.
Oltre a Grillo e alla Casaleggio associati, Moby ha elargito 200 mila euro alla Fondazione Open di Matteo Renzi, 100 mila euro al Comitato Change legato al presidente della Liguria Giovanni Toti, 90 mila al Partito Democratico, per chiudere con 10 mila euro a Fratelli d’Italia. E ancora 550mila euro destinati a Roberto Mercuri (non indagato), ex braccio destro dell’ex vicepresidente di Unicredit Fabrizio Palenzona a cui si aggiungono, oltre ai 50 mila euro all’associazione senza fini di lucro “Fino a prova contraria”, l’acquisto e la ristrutturazione per 4.5 milioni di una villa in Costa Smeralda per “rappresentanza” aziendale, appartamenti di lusso a Milano “in uso a rappresentanti del Cda”, noleggio di jet privato e auto come Aston Martin e Rolls Royce, Mercedes o Maserati Levante.