di Carmine Gazzanni
Non c’è che dire: deputati e senatori sanno godersi le loro ferie. E così anche per Pasqua gli onorevoli di Camera e Senato sono riusciti a strappare una bella settimana di ferie. Dal 23 marzo infatti – mercoledì scorso – sia a Palazzo Madama che a Montecitorio hanno deciso di chiudere i battenti per vivere al meglio le festività pasquali. Ma, ovviamente, anche dopo gli abbondanti pranzi di festa occorre il tempo necessario per riprendersi al meglio. E così ecco che, leggendo i calendari d’aula, si scopre che a Palazzo Madama si riprenderà solo oggi, mentre alla Camera i lavori sono ricominciati già ieri, dalle 15,00 (mattinata libera, ovviamente). Questo però sulla carta. Perché a Montecitorio ci sono state discussioni generali su ratifiche e mozioni. Il che, nella prassi del Palazzo, significa assenza quasi al 90% dei parlamentari. Bastava d’altronde vedere la diretta Tv della seduta di ieri alla Camera per rendersi conto che l’Aula era praticamente deserta. Il motivo? Semplice: l’assenza in tali discussioni non “pesa” sul fronte economico della diaria, a differenza delle votazioni assembleari. Ed è facile supporre che anche oggi al Senato ci saranno parecchie défaillances, dato che in aula si esamineranno le relazioni della Commissione Rifiuti e mozioni varie. Anche qui, senza votazioni.
Insomma, esattamente come nel periodo natalizio (in quel caso Camera e Senato chiusero i battenti per ben 20 giorni), anche a Pasqua si racimolano un bel po’ di giorni di vacanza. La domanda, a questo punto, sorge spontanea: ma quante volte si sono incontrati i nostri parlamentari? La Notizia è andata a scartabellare tra le statistiche parlamentari. E da qui emerge, ad esempio, che nel 2015 a Montecitorio si sono svolte 186 sedute d’Aula, per un totale di 1044 ore. Proviamo a fare qualche conto. Se si considera che, da inizio gennaio, i giorni lavorativi sono stati 254 e che, mediamente, una giornata lavorativa è di 7 ore, arriviamo a un monte ore “standard” di 1778 ore. Insomma, ammesso che un deputato sia stato presente in Aula sempre senza collezionare nemmeno un’assenza, comunque avrebbe lavorato circa la metà rispetto a tutti gli altri lavoratori. E se ci spostiamo al Senato? Il monte ore scende ancora: da gennaio le sedute sono state 188 per 655 ore complessive. Certo, si dirà, c’è il lavoro in commissione. Ma la soglia si alza di poco. Facciamo conto che il “nostro” deputato sia in commissione Affari Costituzionali al Senato. Se fosse un senatore avrebbe lavorato solo 120 ore in più, per un totale di 775 ore. Nemmeno la metà dello “standard”.
Ma arriviamo, ora, al “soldo”. Considerando che un deputato può portare a casa mensilmente, tra diaria, rimborsi spese e indennità fino a 17mila euro (tralasciando ricariche telefoniche e spese di trasporto e viaggio) e dunque di un monte annuo di circa 204mila euro, nel 2015 ogni ora di seduta d’Aula ci è costata all’incirca 189 euro per ogni deputato. E al Senato? Il conto aumenta: 311 euro per ogni ora “lavorata” in Aula per ogni senatore.
Twitter: @CarmineGazzanni