“Partiamo da una precisazione: questa non è disobbedienza civile, ma mania di protagonismo”. Il filosofo Paolo Becchi, a lungo considerato l’ideologo del Movimento cinque stelle, non ha dubbi sulla natura della protesta partita da Leoluca Orlando e condivisa poi da numerosi sindaci contro il dl Sicurezza.
Intanto diversi sindaci hanno chiesto ai loro uffici di non applicare la normativa.
“Si tratta di mosse propagandistiche inutili, contro decisioni che sono stata prese e approvate dal Parlamento. Si potranno criticare quanto si vuole, ma ci sono state discussioni, votazioni e alla fine questi provvedimenti sono stati approvati. Senza dimenticare che riscuotono in larga parte consenso popolare”.
Proteste inutili, dunque?
“È chiaro che, non essendo riusciti a bloccare questi provvedimenti nelle sedi opportune, ci vogliono provare con iniziative di singole persone che hanno solo finalità propagandistiche, com’è quella di Orlando. Mi sembrano iniziative destinate ad esaurirsi nel giro di qualche giorno”.
Perché?
“Innanzitutto perché sono iniziative che non godono del sostegno popolare. Teniamo presente che parliamo di una legge approvata da una maggioranza che ha oltre il 60% dei consensi. Pensiamo alla manifestazione del Pd dopo la Manovra: il risultato è stato assolutamente ridicolo in termini di partecipazione”.
Il Pd ha espresso subito solidarietà ed è in programma una manifestazione a Palermo.
“Ecco, il rischio è quello di fare un’altra figuraccia”.
E allora perché, secondo lei, si batte tanto su questa strada?
“Io non so se questi tentativi abbiano un senso. Alla fine finiranno col rafforzare il Governo. Sono cose destinate a richiamare sì qualche pagina di giornale per far capire che c’è un’opposizione ma, voglio dire, non è un’opposizione reale”.
In che senso?
“Voglio dire: con tutti i problemi che ci sono in Italia, perdere tempo con questa iniziativa per tentare di mettere i bastoni tra le ruote al Governo peraltro prendendo di mira una legge approvata, mi sembra che sia anche poco ragionevole”.
Alcuni la chiamerebbero “dissobedienza civile”.
“Lei tocca un grande problema filosofico. Se si trattasse di una legge ingiusta sarebbe un conto diverso. L’esempio classico è quello di una legge razziale: in questo caso la disobbedienza civile avrebbe un senso, è giustificata. Ma non è questo il caso: non siamo di fronte ad una legge che viola i principi costituzionali. Fare opposizione così, che non è più politica ma propaganda. Questa non è disobbedienza civile, ma disobbedienza inaccettabile”.
Lei dice?
“Sono solo manie di protagonismo. Se la sinistra pensa di risolvere in questo modo i suoi problemi, sbaglia di grosso. Sono completamente allo sbando. Siamo davanti a una situazione paradossale: i sindaci che protestano e non vogliono applicare normative già approvate dal Parlamento, i sindacati che vogliono intervenire a favore della Fornero e contro la Quota 100…ma io dico: siamo fuori dalla grazia di dio! Se questa è l’opposizione, questo Governo durerà per i prossimi 20 anni”.
Non c’è un’alternativa valida, dunque?
“Questo è il punto. Cosa vuole Orlando? Che continuino a sbarcare sull’isola i migranti? Non è che abbia molto senso come prospettiva. E poi c’è un rischio enorme”.
Quale?
“Se fosse una legge incompatibile con la nostra Costituzione, si sarebbe pronunciata la Corte costituzionale che è chiamata a questo. Non è che un sindaco si mette a fare il lavoro della Corte costituzionale”.
Questo sta facendo Orlando secondo lei?
“Si rende conto che cosa succederebbe in Italia se ogni sindaco dicesse “sì, c’è questa legge approvata dal Parlamento ma io non la applico perché non mi piace”? Belin, sarebbe l’anarchia totale”.