“Per decenni tutti hanno pubblicato tutto anche le cose più ingiuste, strane, offensive. Serve prendere atto che non si può più continuare con la delegittimazione dei cittadini fatta attraverso le intercettazioni divulgate e sezionate che danno un’interpretazione ingannevole e la violazione del segreto istruttorio”. È quanto ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in Commissione Giustizia al Senato parlando di intercettazioni.
Il Guardasigilli Nordio cita il caso Palamara per giustificare la stretta sulle intercettazioni: “Porcherie”
Il Guardasigilli, ha parlato anche di “porcheria” sulle intercettazioni con riferimento al caso Palamara, l’ex consigliere del Csm ed ex pm a Roma indagato nei mesi scorsi per corruzione. Una “porcheria” che, sempre secondo il ministro della Giustizia, è continuata anche dopo la legge Orlando.
“Basta vedere – ha detto ancora Nordio riferendosi ancora al caso Palamara -, cosa è uscito su cose che non avevano a che fare sulle indagini e, aggiungo, cosa non è uscito. Sono state selezionate, pilotate, diffuse secondo gli interessi di chi le diffondeva e non sono state ancora tutte rese pubbliche o ascoltate dai difensori o individuate nelle forma di perizia. Almeno fino a ieri, perché quel processo sta andando a rilento”.