Cesare Battisti, l’ex militante dei Pac, arrestato a gennaio in Bolivia dopo quasi 40 anni di latitanza, ha ammesso, per la prima volta davanti a un magistrato, di essere responsabile dei 4 omicidi per cui era stato già condannato in via definitiva all’ergastolo. L’ex terrorista, tra sabato e domenica, è stato interrogato nel carcere di Oristano dal capo del pool antiterrorismo della Procura di Milano, Alberto Nobili, nell’ambito della nuova inchiesta aperta per fare luce sulle modalità della sua lunga latitanza.
“Battisti – ha spiegato il procuratore capo Francesco Greco – ha ammesso di avere partecipato direttamente a 4 omicidi, di cui in due è stato esecutore materiale”. Il pm Nobili ha chiarito che “non si tratta di una collaborazione con la giustizia, ma di importantissime ammissioni arrivate da un ‘irriducibile’ che ha barato per 37 anni e si è reso latitante, dichiarando di essere innocente e di essere un perseguitato politico”. Nell’interrogatorio, ha detto ancora il magistrato che lo ha interrogato, Battisti ha precisato “che avrebbe parlato solo di se stesso dopo che l’avvocato Steccanella gli ha fatto avere in carcere ad Oristano tutte le sentenze sui Pac”.
Per il procuratore Greco la confessione dell’ex Pac “fa giustizia di tante polemiche che ci sono state in questi anni, rende onore alle forze dell’ordine e alla magistratura di Milano e fa chiarezza su un gruppo, i Pac, che ha agito dalla fine degli anni ’70 in modo efferato”.
Cesare Battisti, è stato condannato in via definitiva per quattro omicidi, due commessi materialmente, due in concorso: quello del maresciallo degli agenti di custodia Antonio Santoro, ucciso a Udine il 6 giugno 1978, quello del gioielliere Pierluigi Torregiani e del commerciante Lino Sabbadin, che militava nel Msi, uccisi entrambi da gruppi dei Pac il 16 febbraio 1979, il primo a Milano e il secondo a Mestre; e quello dell’agente della Digos Andrea Campagna, assassinato a Milano il 19 aprile 1978.
“Mi rendo conto del male che ho fatto – ha detto Battisti – e chiedo scusa ai familiari”. Battisti ha anche detto di non aver goduto, durante la sua lunga latitanza, di “alcuna copertura occulta” . L’ex Pac, secondo il pm Nobili, “si è avvalso della sue dichiarazioni di innocenza per ottenere appoggi dell’estrema sinistra in Francia, Messico e Brasile, e dello stesso Lula”.