Da un lato la proroga di due anni dei contributi pubblici ai giornali così da continuare ad avere un peso nelle loro scelte editoriali, dall’altro il ritiro degli emendamenti di Forza Italia e Fratelli d’Italia al decreto Milleproroghe che avrebbero dovuto ripristinare la pubblicità legale sui quotidiani.
Tagliata la pubblicità legale che garantiva la trasparenza degli appalti pubblici e dava ossigeno ai media indipendenti
C’è da capire il grande gaudio della maggioranza che esulta per aver “salvato l’editoria”, omettendo di dire che con quanto fatto hanno mantenuto in vita soltanto la stampa ‘amica’ dello Stato mentre hanno condannato a morte certa i pochi media realmente liberi che, proprio per restare totalmente indipendenti, hanno rifiutato il contributo pubblico e fino a qualche tempo fa potevano contare sui fondi garantiti dalla pubblicazione dei bandi legali che, in un Paese ad alto tasso di corruzione, garantivano un minimo di trasparenza sulla spesa pubblica.
Per effetto di questa decisione, i quotidiani dovranno rinunciare a introiti – dovuti agli annunci legali – che nel 2023 erano stati quantificati in circa 45 milioni di euro. Si tratta di una cifra enorme, tanto più per un settore in crisi come quello editoriale, che chiaramente finirà per colpire anche i cittadini che, davanti al possibile fallimento di tante testate, si troveranno con un’informazione sia meno libera che meno pluralista. Insomma il sogno dei poteri forti che così avranno ancora meno da temere dalla stampa.
Certo la decisione di ritirare gli emendamenti proposti dai parlamentari di maggioranza e su cui si era speso anche il senatore e capogruppo di Forza Italia Maurizio Gasparri, non stupisce perché sui testi avevano espresso parere contrario sia il ministro del Pnrr Roberto Fitto che quello delle Infrastrutture Matteo Salvini e quindi andare avanti avrebbe significato sfidare il governo.
Tra l’altro fa sorridere che il governo giustifichi questa decisione di fermare definitivamente la pubblicazione dei bandi legali perché sarebbe in contrasto con il Pnrr mentre per un’infinità di altre questioni come le concessioni balneari e gli ambulanti, malgrado le richieste dell’Unione europea e sempre per l’erogazione dei fondi del Piano, abbiano fatto orecchie da mercante preferendo andare allo scontro con Bruxelles. Un doppiopesismo il cui costo, come sempre avviene, finirà per ricadere sulle spalle dei cittadini.