È passata meno di un’ora da quando le agenzie hanno battuto l’avvertimento lanciato da Luigi Di Maio a Otto e mezzo (“La Lega resta con Berlusconi? Aspetto ancora un po’, poi chiudo uno dei due forni”) quando Armando Siri risponde al telefono. Il senatore leghista, consigliere economico di Matteo Salvini e uomo della flat tax, non si nasconde dietro a un dito e replica a tono al capo politico e candidato premier del M5s. “Adesso basta con le liste di proscrizione e con gli ultimatum, non siamo mica in guerra – avvisa Siri parlando con La Notizia –. Dico a Di Maio che se vogliamo sederci e discutere di programmi e di come dare un Governo al Paese bene, altrimenti non abbiamo paura di tornare a votare”.
Certo senatore, ogni giorno ce n’è una. Così non se ne esce…
“Guardi, da dopo le elezioni Salvini e la Lega hanno dimostrato di avere grande senso di responsabilità, se non fosse stato per noi oggi saremmo ancora qui a discutere delle elezioni dei presidenti delle Camere. Anche per quanto riguarda la premiership Matteo è stato chiaro, spiegando di essere disponibile a fare un passo indietro a patto però che sia il Centrodestra a dare le carte. Lei capisce che da più di 40 giorni non stiamo discutendo di programmi, di cose da fare per gli italiani ma di persone? Quello sì, quell’altro no: è inaccettabile”.
Lo capisco benissimo, ma lei sa meglio di me qual è il problema: Silvio Berlusconi, indigeribile per i grillini ma col quale voi, dal loro punto di vista, non decidete di rompere.
“Berlusconi è un falso problema: non è in Parlamento, non è in lizza per diventare ministro o avere altre responsabilità di Governo o istituzionali. Nel bene o nel male, da più di vent’anni è protagonista della scena politica di questo Paese e alle elezioni il suo partito ha preso cinque milioni di voti”.
Quindi, se ho capito bene, non avete intenzione di separarvi da Forza Italia. È così?
“Salvini è il leader del Centrodestra, e il Centrodestra include anche Berlusconi. Con FI e Fratelli d’Italia abbiamo sottoscritto un patto di coalizione per raggiungere determinati obiettivi e da quello intendiamo ripartire. A Di Maio dico che gli elettori sono seccati da queste liti puerili”.
Perciò?
“Perciò se vogliamo sederci a un tavolo e discutere di come abbassare le tasse, preservare i confini, abolire la legge Fornero, insomma di come dare un Governo al Paese bene”.
Altrimenti?
“La Lega non ha paura di tornare a votare, basta leggere i sondaggi”.
Ma con questa legge elettorale si rischierebbe di trovarci punto e a capo. Ha senso?
“Perciò a Di Maio dico di finirla di pretendere passi di lato dagli altri e magari di pensare a farne lui uno. Altrimenti tra un mese ci ritroveremo con l’Italia bloccata a discutere di Rosatellum, Mattarellum, Italicum…”.
Quindi se continua così niente Governo 15 giorni dopo le Regionali, come ha profetizzato ieri il suo leader.
“Vedremo, certi frutti hanno bisogno del loro tempo per maturare…”.
Intanto tra domani e giovedì Mattarella potrebbe indicare un esploratore.
“Lasciamo al capo dello Stato la libertà di fare le proprie scelte prima trarre le giuste conclusioni. Da parte nostra c’è grande senso di responsabilità”.