di Lapo Mazzei
Per Beppe Grillo si tratta solo di un bluff. Gli è andato di traverso l’annuncio via Twitter del presidente del Consiglio, Enrico Letta sulla prossima abolizione del finanziamento pubblico dei partiti. Palazzo Chigi ha infatti approvato le linee guida per l’abolizione dell’erogazione dei soldi ai soggetti che partecipano alle elezioni. Insomma, uno dei pilastri della propaganda grillina, sul quale il comico ligure ha edificato la casa comune del Movimento 5 Stelle, è passato di mano. Una casa che doveva essere di vetro ma che si sta rivelando di carta vetrata ogni giorno che passa. Vuoi per i dissidi interni al movimento, vuoi per le gaffe di deputati e senatori, senza scordare l’onda montante dei dissidenti. Insomma un casino, più che una casa. I parlamentari renziani hanno così buon gioco a sostenere che “l’abrogazione del rimborso elettorale ai partiti, impensabile solo qualche mese fa, è una grande vittoria politica del loro leader. “A Grillo gli rode” chiosa Dario Nardella (braccio destro del sindaco di Firenze), replicando all’ex comico, secondo il quale l’intesa nel governo è invece “una presa in giro”.Ma il vero bluff, a seguire la giornata dell’annuncio spot del governo, è la pugnalata della Lombardi a Grillo. “Certo che collaboreremo per far sì che il referendum del ‘93 venga rispettato e non aggirato come al solito”, dice il capogruppo M5S alla Camera, Roberta Lombardi. Vito Crimi, suo omologo al Senato, rincara la dose: “In attesa di fare lo studio, possono sempre votare le nostre due proposte. Sono già state depositate da settimane alla Camera e al Senato”. Altro che bluff. Certo, ora ci sarà da capire in che modo e con quali tempi il governo passerà dalle parole ai fatti. Ma nell’agenda di palazzo Chigi un appunto concreto c’è. “Nel Consiglio dei ministri di oggi (ieri ndr) è stato trovato l’accordo su abrogazione finanziamento pubblico dei partiti. Ora la ragioneria deve preparare le norme fiscali del Ddl”, ha scritto su Twitter il premier al termine del Consiglio dei ministri, seguito a ruota dal cinguettio del vice Angelino Alfano. “‘Eliminazione contributi pubblici ai partiti.Era nel nostro programma. In Cdm accordo raggiunto! Altro impegno mantenuto”. Poi, dopo gli annunci, è arrivata la spiegazione vera e propria. “Il governo ha deciso di deliberare, entro la prossima settimana”, chiarisce una nota di Palazzo Chigi, “ un disegno di legge recante l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti e la disciplina per assicurare la trasparenza e la democraticità del loro funzionamento”. Il disegno di legge in questione prevede l’abrogazione delle vigenti norme sul finanziamento pubblico dei partiti; la definizione di procedure rigorose in materia di trasparenza di statuti e bilanci dei partiti; la semplificazione delle procedure per le erogazioni liberali dei privati in favore dei partiti, ferma l’esigenza di assicurare la tracciabilità e l’identificabilità delle contribuzioni; l’introduzione dei meccanismi di natura fiscale, fondati sulla libera scelta dei contribuenti, a favore dei partiti; la disciplina di modalità di sostegno non monetario al funzionamento dei partiti in termini di strutture e servizi.