Dal primo luglio parte il semestre di presidenza delle Germania nel Consiglio Ue, ma Fabio Massimo Castaldo, europarlamentare di punta del Movimento cinque stelle e vicepresidente dell’Europarlamento, non pare spaventato. Anzi: è pienamente consapevole dei risultati che le istituzioni comunitarie hanno già raggiunto, anche sulla spinta e iniziativa del governo italiano. “Ma ora – spiega a La Notizia – la priorità assoluta è uno scatto di reni per giungere all’approvazione e alla messa in opera del Next Generation UE. Tre Istituzioni europee su quattro hanno fatto pienamente il loro dovere: Parlamento, Commissione e BCE hanno risposto con velocità e fermezza mettendo in campo misure decise, molte delle quali richieste e sostenute proprio dal Movimento 5 Stelle”.
Manca all’appello proprio il Consiglio…
Esatto. Il consesso, che riunisce i governi degli Stati membri, nell’attuale architettura europea continua (purtroppo) ad avere l’ultima parola su questi temi. Fino a qualche mese sarebbe stato impensabile immaginare i trasferimenti a fondo perduto, la sospensione del Patto di Stabilità e crescita e un Pepp flessibile grazie alle deviazioni dalla regola del ‘capital key’, che ha aperto ad acquisti differenziati tra i singoli Stati e ha tenuto a bada gli spread. Siamo orgogliosi del lavoro fatto ma dobbiamo percorrere l’ultimo miglio di un tragitto storico per l’Europa, e dobbiamo farlo molto in fretta perché il tempismo sarà cruciale nel circoscrivere gli effetti della recessione.
Sul Mes negli ultimi giorni l’atteggiamento della Merkel è stato chiaro: l’Italia dovrebbe attivare il Fondo Salva-Stati. Crede che in questo semestre i soliti falchi possano riprendere quota?
I falchi e le loro politiche di austerity sono stati smentiti e sconfitti dalla storia. Questa pandemia ci ha illustrato, con la sua cruda realtà, quanto i tagli alla sanità pubblica in questi anni si siano tradotti nelle terribili difficoltà sperimentate nel fare fronte a una emergenza di tale portata. Attenzione però: la Merkel ha detto nell’intervista rilasciata due giorni fa che tocca sempre e solo all’Italia decidere se e come utilizzare il Mes, e il Presidente Conte lo ha giustamente ribadito per sgombrare il campo da ogni dubbio. Le criticità da noi evidenziate anche per questa nuova linea pandemica del MES sono saldamente ancorate a ragioni giuridiche, come la permanenza di alcune condizionalità di rientro (non di accesso) dal prestito, come quelle previste dal sistema di allerta rapido, ed economiche, su tutte il pericoloso effetto stigma sui mercati, alle quali nessuno risponde nel merito. Chi propina il MES come la panacea di tutti i mali mistifica la realtà: potrebbe finanziare solo le spese sanitarie dirette e indirette legate al Covid e non potrebbe mai essere utilizzato per famiglie o imprese.
Anche in Italia c’è chi potrebbe prestare il fianco agli eurocrati, a cominciare dal Pd…
Noi ci fidiamo della saggezza del Presidente del Consiglio. Spagna, Portogallo e Grecia, prima dichiaratesi molto interessate, hanno successivamente detto di non volerlo utilizzare, molto probabilmente perché temono, come noi, che i mercati leggano tale accesso come un riconoscimento implicito dello Stato richiedente di non riuscire a finanziarsi tramite i canali ordinari. Insomma il gioco non vale la candela.
Crede che su questo tema la maggioranza potrebbe cadere?
No. Lotteremo affinché prevalga il buon senso. La maggioranza deve rimanere solida e continuare a lavorare bene sulle priorità del Paese: spacconate e slogan superficiali preferiamo lasciarli a Salvini, peraltro in Europa alleato dei peggiori ultrafalchi dell’austerità, a partire dall’AfD tedesca. Dopo aver messo il Paese in sicurezza dalla pandemia, dobbiamo continuare a vigilare sui rischi di una possibile seconda ondata e soprattutto portare a casa velocemente un accordo europeo ambizioso sul Next Generation Ue per ottenere i fondi necessari a rilanciare l’economia del nostro Paese.
A proposito del Next Generation Ue, la Merkel ha aperto alle ragioni dell’Italia. Potrebbe essere sul punto utile strumento di contrasto ai Paesi “frugali”?
Risuonano ancora forti le parole pronunciante dalla Merkel nel 2012: “mai gli Eurobond” e invece abbiamo oggi sul tavolo uno strumento che prevede proprio la condivisione del debito, una prima forma di bond comune non troppo lontana dagli Eurobond. Durante il semestre di Presidenza tedesco la Merkel dovrà utilizzare tutto il suo potere negoziale per convincere i Paesi frugali ad accettare l’accordo già a luglio, e noi spingeremo con vigore affinché divenga operativo attraverso una soluzione ponte (bridge) nel mese di Settembre. Non si deve perdere più tempo.