Alla fine, tra aperture e chiusure, tatticismi e ammiccamenti vari, il rischio è quello di ritrovarsi col classico cerino in mano. A meno che non si decida di premere sull’acceleratore. “Facciamo questa benedetta lista unica di sinistra, facciamola subito, oppure dobbiamo chiamare i caschi blu dell’Onu?”, domanda tra il serio e il faceto Giuseppe Civati, deputato e segretario di Possibile, che ha lasciato il Pd due anni e mezzo fa in rotta con la linea di Matteo Renzi. Come tanti, anche l’ex consigliere regionale lombardo è rimasto spiazzato dall’appello lanciato domenica da Roberto Speranza, uno dei leader di Movimento Democratico e Progressista (Mdp), proprio al segretario del Pd su Repubblica. “Matteo non cambierà mai – sferza Civati a La Notizia parlando dell’ex premier –. Dubito che uno che dice di voler realizzare le promesse di Berlusconi realizzi le mie”.
Civati, mi tolga una curiosità: lei e il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, eravate stati avvisati di questa uscita di Speranza o no?
Che in Mdp ci sia una componente più “aperturista” nei confronti del Pd e di Renzi non è un segreto. E la richiesta di Speranza sul voto disgiunto nel Rosatellum bis è sacrosanta, ma è la richiesta di molti, compreso me, non solo la sua.
Però la mia domanda era un’altra…
No, non ci siamo seduti intorno a un tavolo concordando alcunché. Perché non c’è ancora un progetto unitario né tantomeno una cabina di regia. Molti si domandano a che gioco stiamo giocando, e questi ritardi cominciano indubbiamente a rappresentare un problema: ogni giorno che passa senza mettere le cose in chiaro rischiamo di perdere voti. Per me va capito, una volta per sempre, che il Pd non è disponibile a trattare, non lo è mai stato. Nemmeno di fronte ad aperture così generose.
Ma allora perché perdere altro tempo? Manca una manciata di mesi alle elezioni: cosa aspettate a “federarvi”?
Per la verità in Parlamento ci siamo già mossi in una direzione unitaria e continueremo a farlo anche nelle prossime settimane e mesi. Penso al voto proprio sulla legge elettorale, a quello sulla cannabis o alla finanziaria.
Tutto giusto. Ma non che sarà che qualcuno, magari dentro al partito di Bersani e D’Alema, sogna ancora di tornare all’ovile?
Non penso che il sottotesto di Speranza in quell’intervista fosse dire “no” alla lista unica. Credo però che finché non si troverà una quadra fare certe affermazioni rischi di generare confusione in chi crede nell’alternativa.
Di questa lista unica, secondo lei, dovrebbe far parte anche Campo Progressista di Giuliano Pisapia?
Certo, non facciamo gli snob. Anche se a volte Pisapia ha avuto degli atteggiamenti molto condivisibili e altre opachi dal punto di vista dello schieramento, circostanza che non ha portato bene nemmeno a lui mi sembra. Così come credo debba farne parte Gianni Cuperlo, il cui ultimo libro testimonia come uno con una certa visione della sinistra si trovi nel posto, o forse sarebbe meglio dire nel partito sbagliato. Non ci devono essere selezioni all’ingresso sulla base dei nomi, tuttalpiù dei programmi: chi vuole aderire a un progetto alternativo al Pd è il benvenuto.
Renzi non cambierà mai?
Mai. Dubito che uno che dice di voler realizzare le promesse di Berlusconi realizzi le mie.
Twitter: @GiorgioVelardi