L’ultimo sondaggio parla chiaro: in Lombardia è sfida tra Attilio Fontana e Pierfrancesco Majorino. Letizia Moratti raccoglie un misero 13% che la taglia completamente fuori dai giochi. E il Pd, dato al 30% potrebbe puntare alla vittoria con l’11,6% del Movimento 5 Stelle. Ne abbiamo parlato con Lorenzo Pacini, segretario regionale dei Giovani Democratici in Lombardia.
Pacini, quindi i numeri dicono che il Pd con il Movimento 5 Stelle potrebbe puntare alla vittoria in Lombardia?
“Direi proprio che il sondaggio è molto chiaro. I 5 anni passati insieme all’opposizione dicono che una linea comune su cui poter lavorare c’è già: penso ai trasporto, alla sanità, alle politiche per la casa e alla tutela dell’ambiente e del territorio. Per ora loro non hanno un candidato alla presidenza, sarebbe un’ottima cosa convergere su Majorino e se facessimo insieme la battaglia. Tra l’altro Majorino ha già teso la mano in tutti i modi al M5S, è ovvio che la colpa di questo stallo è di Letta che ancora non si è schiodato dalla poltrona. Anche perché l’accordo deve essere fatto a livello nazionale, loro chiedono questo. Nel Lazio non si riesce ad andare? Amen. In Lombardia facciamo diversamente. Del resto finché c’è Letta continuerà a far danno al partito”.
E di Moratti che colleziona un misero 13% che ne pensa?
“Penso che avevamo ragione noi. Per una volta hanno ragione i politici e non i giornalisti e gli editorialisti che hanno perso per 30 anni e ci insegnano come continuare a perdere. Moratti sarà la terza forza in Lombardia. Spero solo che rubi abbastanza voti alla destra di Fontana – poiché anche lei è una candidata di destra – e possa aiutare il centrosinistra a vincere. Quei numeri sono la dimostrazione del fatto che in Lombardia il centrosinistra deve provare a vincere, non deve aiutare una candidata di destra a vincere contro la destra”.
Però il Terzo polo continua ad attrarre molti all’interno del suo partito…
“Il Terzo polo ha fatto una scelta chiara: sostenere una candidata e un programma di centrodestra. Calenda ha dato dell’estremista a Majorino… Parliamo di un ex veltroniano, uno che stava a destra nei Ds. Calenda si dimostra come sempre una persona che ha evidentemente delle capacità ma è arrogante ed è fondamentalmente una persona di destra. Penso che tantissimi suoi iscritti e elettori non voteranno per Letizia Moratti e torneranno a casa sostenendo il centrosinistra che li accoglierà a braccia aperte. Accogliamo tutti i moderati, progressisti e riformisti che non si sentono giustamente rappresentati da una donna di destra e conservatrice come Letizia Moratti”.
Però anche in vista del vostro congresso nazionale ci sono molti che indicano nel Terzo polo la via da seguire per le alleanze. Che ne pensa?
“Penso che abbiano sbagliato partito. Se la pensi come Renzi vai nel partito di Renzi. Poi in Lombardia io avrei voluto un’alleanza con Terzo polo e M5S, come l’avrei voluta a livello nazionale. Il Terzo polo non vuole? Auguri. Basta inseguirli”.
Quanto pesa sulle prossime regionali la presenza di Letta dimissionario?
“Tantissimo. È intollerabile. È allucinante. Non è mai successo nella storia di un partito europeo che dopo una sconfitta del genere si rimanga così”.
Ma lei è ottimista sul fatto che il congresso possa rinnovare davvero la classe dirigente?
“Se le cose vengono fatte bene, con coraggio e rispettando la parola data possiamo fare questo passaggio. Serve molto coraggio. Serve molta sincerità”.
Forse il Pd deve scegliere se essere un partito socialdemocratico o liberale, tra le altre cose?
“Sì. Il partito deve scegliere da che parte stare in un mondo in cui esiste il conflitto sociale, esistono la destra e la sinistra sinistra, esistono gli sfruttatori e gli sfruttati. Finché esisteranno le ingiustizie esisterà la sinistra e il bisogno di sinistra. Il Pd vuole essere socialismo europeo o un’accozzaglia di valori vagamente democratici che non elabora nulla come proposta? È diventato il momento di scegliere. Basta con i postcomunisti degli anni ’70 e con i post democristiani. Basta con la terza via. Blair ha fallito, Renzi ha fallito”.
Il M5S è riuscito a sottrarvi battaglie che dovevano essere del Pd?
“Non sono i 5 Stelle che hanno sottratto alcune battaglie: noi abbiamo deciso che non le volevamo affrontare. Intere categorie di cittadini le abbiamo abbandonate. I 5S in quest’ultima fase, perché non sono più quelli di Di Maio e Di Battista, sono un’altra cosa. Tra l’altro non ho capito perché ci siamo alleati con Di Maio e non con Conte con cui sarebbe stato naturale allearsi. Sul reddito di cittadinanza, ad esempio, dovremo fare una battaglia anche noi. Lo dice l’Istat, non l’addetto stampa del M5S: il Rdc ha salvato un milione di persone povere. Noi siamo a favore o contro? Io non ho ancora capito”.
Chi vede come possibile candidato al congresso per il cambiamento?
“Chiunque vorrà portare attraverso un grande percorso partecipativo delle idee di serio progressismo, di socialismo europeo, di lotta alle disuguaglianze. Chiunque porterà avanti questo progetto avrà il mio sostegno e di tanti altri.