Voltare pagina con l’insuccesso della protesta No Green Pass spostando il tiro in Parlamento. Ci ha provato ieri il salviniano Claudio Borghi, proponendo di togliere di mezzo quello stesso certificato verde approvato invece dagli esponenti del Carroccio in Consiglio dei ministri. Un blitz concertato con Frateli d‘Italia e alcuni ex Cinque Stelle attraverso una serie di emendamenti al decreto Covid di luglio.
GIÙ LA MASCHERA
L’obiettivo dichiarato era quello di introdurre, per esempio, l’esenzione dell’obbligo del Green Pass ai minorenni o nei ristoranti al chiuso e per lo sport giovanile. La Lega aveva presentato in origine 900 emendamenti, che in Commissione erano stati poi ridotti a 40, ma su questi il partito di Salvini ha fatto muro, indisponibile a ritirarli, come chiesto dagli altri partiti di maggioranza. Immediate le reazioni. “Non c’è spazio per giochini politica. Quando dobbiamo assumere una decisione prevale l’interesse pubblico e non le dinamiche politiche”, ha affermato il ministro della Salute Roberto Speranza.
I deputati del M5S hanno diramato una nota osservando che “le maschere durano poco e oggi in commissione Affari sociali la Lega, votando per la soppressione del Green Pass, ha fatto finalmente cadere la sua: ora sappiamo che la linea del partito di Salvini è quella delle piazze No vax”. Dalla festa dell’Unità di Bologna il segretario dem Enrico Letta ha attaccato: “Una scelta che pone la Lega fuori della maggioranza. La situazione è intollerabile: la Lega oggi ha legittimato le manifestazioni del mondo No vax, è una cosa gravissima”.
E di “vergognoso doppio gioco della Lega” ha parlato pure il deputato Pd Andrea Romano, seguito dalla capogruppo alla Camera, Debora Serracchiani, secondo cui “non è ammissibile che una forza della maggioranza e del governo voti a favore in consiglio dei ministri e poi in Parlamento agisca per cancellare quelle stesse misure”. “Pd e 5S ragionano come se al governo ci fosse ancora Conte – ha risposto Salvini con una replica che non spiega niente – ma per fortuna c’è Draghi. Se lo Stato impone il Green Pass garantisca anche tamponi rapidi e gratuiti per tutti”. In ogni caso la Commissione Affari Sociali ha bocciato tutti gli emendamenti al decreto legge in discussione, che dunque approderà in aula lunedì prossimo.