Consigliere Giuliano Pacetti, capogruppo M5S in Campidoglio, con la chiusura del campo de La Monachina sono quattro le strutture sgomberate dalla Raggi. Ci spiega cosa significa tutto ciò per i romani?
“Abbiamo preso un impegno con i cittadini e lo abbiamo mantenuto. Abbiamo già chiuso i campi di Schiavonetti, Camping River, Foro Italico e l’area F del campo di Castel Romano. Con l’intervento a Monachina confermiamo il nostro impegno in questa direzione”.
Qual è la vostra ricetta per superare i campi nomadi?
“Come ha ripetuto spesso la sindaca Raggi il nostro modello, quella che chiamiamo la ‘terza via’ si basa sulla costruzione di un equilibrio tra diritti e doveri. Pugno duro verso chi delinque e vuole vivere sulle spalle dell’amministrazione e dei romani che pagano le tasse; aiuto e supporto per tutti coloro che vogliono avviarsi a un percorso di autonomia e autodeterminazione sottoscrivendo il Patto di Responsabilità Solidale con il Comune. Gli operatori dell’ufficio Rom Sinti e Caminanti di Roma Capitale hanno effettuato centinaia di colloqui con gli abitanti del campo, hanno spiegato loro quali opportunità avessero, quali diverse strade potessero intraprendere. Tra coloro che abitavano all’interno di Monachina grazie al grande lavoro degli assistenti sociali alcuni sono fuoriusciti autonomamente, altri invece hanno fatto ricorso al bonus affitto o sono stati trasferiti temporaneamente in alloggi Erp destinati all’emergenza abitativa nel progetto di cohousing ‘Dal campo al condominio’”.
Con quest’ultima chiusura avete concluso le operazioni o avete in cantiere altre iniziative?
“Il nostro lavoro chiaramente non si conclude qui. Penso per esempio al campo La Barbuta dove i lavori sono in fase avanzata e dove le presenze sono già diminuite del 65%”.
Molti criticano questa strategia parlando di costi esorbitanti. è davvero così?
“Noi stiamo superando i campi rom ereditati dal passato. Si tratta di situazioni vergognose di degrado e di disagio sia per chi vive all’interno sia per i cittadini che abitano nei dintorni. Ci sono baracche fatiscenti, rifiuti… Per non parlare dei milioni di euro che il Comune deve spendere ogni anno per mantenerli. Noi stiamo progressivamente superando i campi con un Piano concreto, realizzato con l’Unione Europea. Abbiamo messo a punto una programmazione precisa e sistematica che si è rivelata vincente. I fatti parlano chiaro”.
Avete incontrato resistenze oppure è filato tutto liscio?
“C’è chi parla di spot pubblicitari. A loro dico solo che Il Piano Rom è stato uno dei primi atti dell’Amministrazione Raggi a riprova del fatto che la questione del superamento degli insediamenti-ghetto è sempre stato considerato una priorità. E aggiungo che non stiamo facendo altro che superare lo scempio che le giunte precedenti, gli altri partiti, hanno messo in piedi”.
Si dice da tempo che “i campi vanno superati” ma prima della Raggi nessuno ha mosso un dito. Come mai?
“Si tratta di un percorso non semplice che noi non abbiamo avuto paura di avviare. Stiamo smantellando un meccanismo che andava avanti da decenni, combattendo l’arroganza di un sistema che finanziava tutto questo. Evidentemente, se nel passato nessuno ha mai mosso un dito, è perché non aveva interesse a farlo”.