di Massimiliano Lenzi
“L’Italia ha 420 musei e siti archeologici e monumentali dello Stato: è un tessuto formidabile, che può dare centinaia di milioni di incassi, non solo coi biglietti a pagamento, ma con servizi commerciali, ristorazione, bar che oggi sono pressoché assenti. Spero che il Ministero – che deve varare ora le nuove linee-guida sui ‘Servizi aggiuntivi’ – abbia coraggio, e stimoli i privati a fare molto, molto di più per dare servizi confortevoli, supporti audiovisivi moderni, prodotti qualificati della creatività italiana da vendere ai turisti”. Comincia da qui la nostra intervista a Francesco Rutelli, ex Ministro per i Beni e le attività culturali con il Governo Prodi nel 2006, che sul tema, cominciare dagli ingressi omaggio, ha le idee chiare.“Quanto agli ingressi gratis – sottolinea – ricordo una spettacolare scena del film “Made in Italy” di Nanni Loy, col povero bigliettaio del Teatro dell’Opera che si vede passare davanti centinaia di scrocconi non paganti e alla fine getta la spugna. Ora: nei Musei si deve pagare, sennò si conferma l’idea che la cultura non valga nulla. Poi, si possono organizzare giornate ad ingresso gratuito: per i residenti, per gli studenti, per certe categorie. Così tutelando i diritti dei meno abbienti senza depauperare ulteriormente la cultura”.
Guerra agli scempi: cosa può fare il Governo per ridurli al minimo?
“Approvando la mia legge contro il vandalismo, i furti delle opere d’arte e il deturpamento del paesaggio, che ho presentato da Ministro, e ripresentato – senza che riuscisse a superare la Commissione Giustizia – nella scorsa Legislatura. Contiene misure molto serie e concrete”.
Scavi di Pompei: l’Unesco ci ha tirato le orecchie dicendo che occorrono interventi entro la fine dell’anno. Perché si è arrivati a questo e non abbiamo provveduto prima ad intervenire?
“Pompei presenta immense complessità, e sarebbe sciocco sottovalutarlo: si pensi solo al sistema delle fognature, che è ostruito e crea danni gravi, ma certo non può essere restaurato 1.950 anni dopo l’eruzione del Vesuvio! La mia proposta di soluzione è contenuta in una Mozione che ho fatto approvare nel settembre 2012 dal Senato: spendere bene i 105 milioni resi disponibili dall’Europa, ma prima ancora mettere al lavoro un centinaio di tecnici, operai, architetti. Quello che occorre, in permanenza, sono più custodi e più manutentori, se vogliamo evitare degrado e crolli”.
Cinque punti per rendere più tutelati e produttivi i nostri beni artistici? In fondo l’arte potrebbero essere il petrolio italiano…
“Mi perdoni: la cultura è molto meglio del petrolio. Non si consuma, e non inquina! Proviamo: riportare il bilancio della cultura al livello del 2008 rispetto al PIL. Incentivare i privati a investire per restauri, manutenzione e gestione con defiscalizzazioni mirate e il riconoscimento della loro generosità, iscritto nei luoghi della cultura. Creare nuovi “motori culturali” – come l’Auditorium che abbiamo costruito a Roma – che danno ricchezza, lavoro e nuove imprese. Investire su cento Distretti turistico-culturali, anche usando i fondi UE, perché arte, paesaggio, spettacolo, industrie creative – se integrati con Gusto e alimentazione, moda, Design – fanno dell’Italia una potenza turistica mondiale; e anche questo crea centinaia di migliaia di posti di lavoro. Per la quinta idea, è un segreto che le svelerò nella prossima intervista”.
La politica quali responsabilità ha nei ritardi e nella mancata ottimizzazione del nostro patrimonio?
“La cultura non è una priorità per la politica. E questo è un crimine. Anche per contrastare questa tendenza, abbiamo costituito un’Associazione che si chiama proprio Priorità Cultura”.
In chiusura, dia un consiglio al Ministro Bray …“Bray è una persona colta e perbene, e credo meriti il nostro appoggio.
Per la verità, le critiche non gli mancano, visto che deve fare i conti con tagli drammatici, al personale, alle Soprintendenze, alle Fondazioni Liriche, e adesso pure al tax credit per il cinema (che ho introdotto quando sono stato ai Beni Culturali): non può essere ridotto, se non vogliamo mandare in coma anche il cinema italiano! Il Premier Letta ha promesso in tv: ‘Mai più tagli alla cultura’. Ora noi dobbiamo sostenere il Ministro Bray perché non sia isolato in questa battaglia che investe il futuro stesso del Paese. Quindi il mio consiglio è: si presenti al prossimo Consiglio dei Ministri con un piccolo cartello con scritto: “Enrico, mantieni la parola!