C’era da aspettarselo: appena sono state decretate le Regioni in “zona rossa”, è stato un profluvio di critiche dirette alle decisioni dell’esecutivo. Critiche che, probabilmente, nascono dal fatto che “alcuni presidenti di Regione non hanno gradito di veder collocati i loro territori nelle zone rosse, e per salvare la propria immagine si scagliano contro il Governo”. Questa, perlomeno, è l’interpretazione chiara che ne dà Francesco Silvestri, deputato e nome di punta del Movimento cinque stelle. Il quale lancia, ancora una volta, l’esigenza di riformare il Titolo V della Costituzione: “È ora di dire basta all’ipocrisia del federalismo di convenienza”, spiega.
Onorevole, partiamo però da quanto sta accadendo in questi giorni. Non crede che sia paradossale che Fontana abbia criticato la scelta di dichiarare la Lombardia regione rossa?
Dall’inizio della pandemia Fontana, e il suo assessore Gallera, stanno compiendo scelte discutibili. Errori che stanno pagando i cittadini lombardi. Prima di criticare il governo dovrebbero fare ammenda e autocritica mentre da veri irresponsabili continuano a negare dati critici e allarmanti. Ma lo sa qual è la verità?
Qual è?
Alcuni presidenti di Regione non hanno gradito di veder collocati i loro territori nelle zone rosse, e per salvare la propria immagine si scagliano contro il Governo. Forse però avrebbero dovuto lavorare con più lungimiranza prima, invece di sbraitare oggi…
In che senso?
Se avessero saputo gestire meglio l’emergenza, ad esempio preparando la rete ospedaliera e i trasporti pubblici alla seconda ondata, oggi i cittadini non dovrebbero sottostare a quelle severe restrizioni, che sono dolorose, sì, ma sono necessarie.
Il problema, però, non è soltanto con le Regioni in fascia rossa: ci sono attriti anche con il governatore della Sicilia, Musumeci, il quale ha tuonato contro il governo parlando – a proposito della Sicilia in fascia arancione – di “una scelta scriteriata dettata da pregiudizi politici”. Come replica?
Se la Sicilia è zona arancione non è certo per un capriccio del governo nazionale ma perché lo evidenziano alcuni parametri. Sorprende che Musumeci se ne renda conto soltanto oggi: come se in questi mesi non fosse coinvolto in prima persona nell’attività di monitoraggio, come se non spettasse a lui adoperarsi con una seria programmazione per contenere i parametri entro le soglie limite ed evitare in particolare il prematuro collasso del sistema sanitario.
Ha il dubbio che tutte queste prese di posizione abbiano ragioni partitiche più che politiche?
Ci sono alcuni governatori di centrodestra, come Zaia in Veneto, che hanno lavorato bene quindi qui dobbiamo uscire dalla logica partitica. La verità è che il Governo si è assunto ancora una volta la responsabilità di compiere scelte difficili e impopolari per mettere al primo posto il bene più prezioso, la salute. Finora l’opposizione ha cavalcato il malcontento alla ricerca perenne del consenso.
Questo comportamento non rischia di far sottovalutare la gravità della situazione?
Mai come in questo momento la leale collaborazione tra istituzioni deve essere il faro che guida il nostro agire. Credo che i cittadini siano già provati dalla situazione e chiedono solo voci chiare quanto più possibile univoche. Per questo serve una precisa presa di coscienza e, soprattutto, responsabilità.
Crede che le Regioni lo stanno facendo?
Lo Stato ha dei poteri e li deve esercitare per la cura della salute di tutti noi. Così le Regioni.
Il Movimento Cinque Stelle vuole intraprendere una nuova battaglia: riformare il titolo quinto della costituzione.
Ritiene che affidare la gestione della sanità pubblica allo Stato possa garantire una gestione più efficace, specie in periodi di emergenza?
Diciamo semplicemente all’opposizione che è ora di dire basta all’ipocrisia del federalismo di convenienza, quello a giorni alterni che, da un lato chiede più autonomia e, dall’altro, non si assume le proprie responsabilità e cerca di scaricare le decisioni più impopolari sull’esecutivo quando finirà questa situazione emergenziale bisognerà fare una seria riflessione sul titolo V della Costituzione e sulle materie concorrenti fra Stato e Regioni.