Al ministero dei Beni culturali (Mibac) la rivoluzione tecnologica fatica ad entrare. Nonostante dal 2005 sia ormai in vigore il Codice dell’Amministrazione digitale, c’è chi si ostina ancora a spedire lettere e raccomandate cartacee anziché ricorrere alla posta elettronica. Un andazzo, sebbene minoritario, comunque inspiegabile. Che, per di più, rappresenta uno spreco, non solo in termini di tempo ma anche di costi. Basti pensare che per una raccomandata con avviso di ricevimento, la tariffa varia dai 5,40 euro (per plichi di peso fino a 20 grammi) ai 14,75 euro (da uno a due chili).
SVOLTA DIGITALE – Una cattiva pratica alla quale, però, la Direzione generale dei musei ha deciso di dare un taglio. Con una circolare firmata a quattro mani dal direttore generale Musei, Antonio Lampis (nella foto), da quello del servizio, Antonio Tarasco, indirizzata ai direttori di tutti i Poli museali regionali e a quelli degli Istituti dotati di autonomia speciale. Rilevato che molti Uffici utilizzano ancora “la posta cartacea, anche in forma di raccomandata, come mezzo di trasmissione per comunicare con altri Uffici appartenenti allo stesso Ministero se non addirittura alla stessa Direzione”, il documento richiama i destinatari “all’uso degli strumenti informatici per la formazione e l’invio di atti e comunicazioni” a mezzo posta elettronica ordinaria o certificata (pec). Ricordando, peraltro, che le comunicazioni tra le pubbliche amministrazioni intercorse mediante e-mail, “sono valide ai fini del procedimento amministrativo una volta che ne sia verificata la provenienza”. E che, per le comunicazioni interne e tra amministrazioni basta utilizzare la semplice posta elettronica ordinaria, mentre il ricorso a quella certificata è necessario “per tutte le comunicazioni ufficiali da e verso i cittadini e le imprese”.
ULTIMO AVVISO – Ma non è tutto. “Ferma restando l’eventuale responsabilità per danno erariale”, l’inosservanza delle norme del Codice dell’Amministrazione digitale comporta anche “responsabilità dirigenziale e disciplinare”, sottolinea la circolare. “I musei sono 466 articolati in 49 uffici dirigenziali dai quali ricevo annualmente alcune migliaia di note, di queste circa un 5% in forma cartacea – spiega Tarasco a La Notizia -. è assurdo che nel 2018 si continui ad utilizzare la posta ordinaria per comunicare, per questo con il direttore generale Lampis abbiamo deciso di emanare questa circolare che consentirà un notevole risparmio per l’amministrazione, in termini non solo economici ma anche di tempo”.