La lettera che oggi decido di condividere non è la mia. Ma di Fabio Salvatore. Ha perso suo padre a causa di un omicidio stradale. Come tanti familiari di vittime di questo reato, attende che si completi il ciclo processuale. Lungo, esasperante. Ingiusto anche se ciò che attende è solo giustizia. Senza provare odio, malgrado non abbiano mai ricevuto nemmeno una richiesta di perdono.
Mio padre è morto e muore ogni giorno! Dall’alba del 20 gennaio 2008 quando venne ucciso in un omicidio stradale, mentre ad andatura lenta si dirigeva nella sua corsia verso la casa al mare. Due ragazzi ad alta velocità e in guida di stato di ebrezza prendevano in pieno la sua auto e lui moriva sul colpo.
Il processo dalle chiare dinamiche sin dal principio ha visto la sua prima sentenza di primo grado alla soglia della sua prescrizione nel luglio del 2014. Uno dei ragazzi veniva condannato a 3 anni e 2 mesi. Tanto vale la vita di mio padre.
Noi abbiamo perdonato, senza rancore, portiamo con dignità cristiana il nostro dolore e cerchiamo con forza di non rendere vano il sacrificio di nostro padre.
Ci siamo battuti per l’introduzione del reato di omicidio stradale ma abbiamo ritenuto come famiglia di non partecipare a manifestazioni di ringraziamento con il Presidente del Consiglio, perché c’è un vuoto legislativo ( chi è morto non ha avuto giustizia nelle aule di tribunale ) e soprattutto sulla morte non deve marciare la politica.
Cosa succede? Che ora a due anni dalla sentenza di primo grado in seguito all’appello di chi secondo la legge ha ucciso mio padre, ancora non è neanche stata fissata la data di udienza del processo di secondo grado !
E come mio padre milioni di vittime sulle strade italiane ! Questo Stato che accelera in giustizia su casi non di morte ma su sentenze spettacolo, non può arretrare su chi ammazza!.
Fabio Salvatore