Un capolavoro raso al suolo. Distrutto per la ristrutturazione di un palazzo. È stato questo il destino dell’opera Spy Booth, la cabina spia, firmata dal celebre writer Banksy realizzata a Cheltenham (a circa 200 km da Londra) , in Gran Bretagna, nell’aprile del 2014. Il suo murales era un omaggio alla denuncia fatta da Edward Snowden: il disegno raffigura infatti tre agenti segreti in trench, intenti a registrare le conversazioni che avvengono nella cabina telefonica. Esattamente come quelli della Nsa.
Nel 2015 il consiglio comunale di Cheltenahm aveva emanato un regolamento in cui si precisava il divieto di intervento sul capolavoro di Banksy senza aver interpellato le autorità politiche. Secondo le stime degli esperti, infatti, il valore era di un milione di euro, nonostante alcuni atti vandalici che avevano deturpato il lavoro. Il deputato britannico Alex Chalk ha portato l’attenzione del Parlamento, chiedendo chiarezza su quanto accaduto.
I proprietari dell’edificio avevano deciso di mettere in vendita la struttura per 210mila sterline. E nei giorni scorsi era stata montata un’impalcatura e quando è stata rimossa c’è stata l’amara scoperta: la cabina spia di Banksy non c’era più. Distrutta da una presunta riqualificazione. In barba anche alle prescrizioni del consiglio comunale di Cheltenahm. Una città che si ritrova più povera.