Dopo sette mesi di guerra tra Russia e Ucraina di una tregua non si vede neanche l’ombra. A condurre la mediazione c’è il presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan, che ha incontrato due giorni fa l’omologo russo, Vladimir Putin. Sul tavolo del bilaterale non si è però parlato di pace, anzi della possibilità di costruire un hub del gas russo in Turchia.
Dopo sette mesi di guerra tra Russia e Ucraina di una tregua non si vede neanche l’ombra
Nulla a che vedere con la fine dei bombardamenti in Ucraina dunque. Obiettivo a cui ambisce oramai solo il Pontefice: “In questi mesi è andato crescendo in Europa e nel mondo il fragore della guerra. Non cediamo a questo ricatto, per favore” ha ribadito Papa Francesco. “Non cadiamo in questa trappola. Continuiamo a sognare la pace e a lavorare per la pace, spargendo semi di fraternità e di amicizia sociale. La mano tesa, sempre la mano tesa”, ha detto.
Certo è che la linea dell’Europa e degli Usa sembra sempre la stessa. Ovvero pugno duro con le sanzioni a Mosca e pieno sostegno all’Ucraina. I rappresentanti dei ministeri delle Finanze e delle banche centrali di 33 Paesi si sono riuniti al dipartimento del Tesoro Usa per discutere gli impatti delle sanzioni e delle restrizioni all’esportazione di prodotti russi, imposte da tutte le nazioni presenti in risposta all’invasione dell’Ucraina. Lo riferisce una nota, aggiungendo che la riunione è stata presieduta dal vice segretario al Tesoro Usa, Wally Adeyemo; dal vice segretario al Commercio, Don Graves; e dal vice direttore per l’intelligence nazionale, Morgan Muir.
I tre hanno descritto ai presenti gli impatti delle sanzioni sull’industria della difesa e sulle operazioni militari della Federazione Russa, ostacolando l’invasione. Tutti i presenti hanno ribadito la determinazione a sostenere l’Ucraina, mantenendo le sanzioni e le restrizioni alle esportazioni decise finora. In aggiunta, i Paesi hanno discusso le prossime misure aggiuntive da mettere in campo per ostacolare la macchina bellica di Mosca.
Nel prossimo pacchetto di armi all’Ucraina da parte degli Stati Uniti tuttavia non ci sono “nuove capacità significative o nuovi sistemi di difesa anti-aerea” per respingere gli attacchi missilistici che la Russia ha lanciato nei giorni scorsi contro città e obiettivi civili. Il pacchetto, da 725 milioni di dollari, conterrà tuttavia “armi e sistemi” per aiutare l’Ucraina nella “controffensiva che ha portato alla riconquista di vaste parte di territorio” da parte delle forze di Kiev.
Intanto a Bruxelles lunedì è attesa la nuova tranche di finanziamento economico alle forze armate ucraine, nell’ambito dello Strumento europeo per la Pace. Lo ha detto Josep Borrell, Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza: “Stiamo approvando una nuova tranche di supporto per le forze armate ucraine. Questo porterà a più di 3 miliardi il sostegno erogato dall’Ue attraverso lo Strumento europeo per la pace”, ha detto.
“Informerò anche gli alleati sull’istituzione di una missione europea di addestramento dell’Esercito ucraino”, ha aggiunto. “Nel momento in cui Putin sta incrementando la sua escalation militare, dobbiamo continuare a supportare l’Ucraina in maniera determinata, per tutto il tempo necessario”.
Dunque più armi e zero mediazione. Continueremo a fornire supporto militare in modo da poter affrontare ogni tipo di minaccia militare e qualsiasi escalation della guerra”, ha proseguito Borrell. “Vogliamo trovare una soluzione diplomatica alla guerra il prima possibile, ma stiamo affrontando con determinazione e supporto militare qualsiasi tipo di escalation da parte della Russia”, ha concluso. Intanto Putin ha fatto sapere che “la Russia parteciperà al prossimo summit del G20”.