di Francesco Bonazzi
Vista da Francoforte, da dove è cominciata la slavina delle varie Popolare Etruria e Veneto Banca, fa quasi tenerezza questa ricca provincia italica che affidava i propri risparmi a presidentissimi dal curriculum non esattamente da banchiere, ma quasi sempre impreziositi dalle più alte onorificenze della Repubblica. E così, una pattuglia di cavalieri e commendatori si trova oggi sul banco degli imputati in una situazione surreale: lo Stato è costretto a intervenire per decreto per tamponare le falle del credito, ma tutto dopo aver distribuito commende e croci al merito a questi “campioni del territorio”. La vecchia Banca Marche è stata ufficialmente dichiarata insolvente proprio ieri, sotto un macigno da 920 milioni di perdite. Oggi, sul suo dissesto sono in corso due inchieste e sono indagate 36 persone. Lauro Costa è stato presidente dell’istituto jesino fino alla primavera del 2013, quando si è dimesso affermando di lasciare “una banca sana”. In realtà era già in corso un’ispezione della Banca d’Italia che stava trovando magagne di ogni tipo. Il 13 dicembre di quell’anno, Costa è stato nominato cavaliere della Repubblica da Giorgio Napolitano. Poco dopo è finito sul registro degli indagati per il crac della banca. Come recitano i requisiti per la concessione delle onorificenze, Costa avrà sicuramente tenuto “una spiccata condotta civile e sociale”.
GIOIELLINI – Se si sale un po’ più al Nord, a Ferrara, ci si imbatte in un altro “gioiellino” che ha fatto il botto: la Cassa di risparmio di Ferrara. Nella sentenza del 18 febbraio scorso, con la quale il Tribunale fallimentare ne dichiara l’insolvenza, la vecchia Carife viene “sepolta” sotto un debito di oltre 467 milioni. Adesso c’è un’inchiesta che sta scartabellando i documenti di anni di gestione. Anche qui c’è una figura carismatica come Alfredo Santini, presidente dell’istituto fino all’aumento di capitale del 2011. Ovviamente anche lui è un benemerito della Repubblica: cavaliere di Gran Croce. E già che c’è anche del Vaticano, visto che è Gentiluomo del Papa.
COCCARDE – Anche nella disastrata Veneto Banca, sedeva il solito insignito. Si tratta dell’ex presidente Flavio Trinca, premiato il 27 dicembre del 2007 per i suoi alti meriti economici e sociali. E ovviamente non poteva non essere dotato di coccarda repubblicana anche Vincenzo Consoli, storico capo azienda della banca di Montebelluna, diventato commendatore il 27 dicembre 2009. Trinca e Consoli sono entrambi indagati per aggiottaggio. Se ci si sposta di pochi chilometri si arriva a Vicenza, dove gli ex vertici della locale Popolare hanno scavato nei conti una voragine da 1,4 miliardi. Anche qui troviamo un presidente come Gianni Zonin, cavaliere del lavoro dal 1989, e l’ad Samuele Sorato, diventato commendatore il 2 giugno 2015, quando la sua banca scricchiolava già pesantemente. E se la commenda, nei cda degli istituti, portasse un po’ jella?