Con la vittoria della Schlein, il Pd sembra destinato a cambiare. Vittoria Baldino, capogruppo M5S in commissione Affari costituzionali della Camera, secondo lei con la neo segretaria l’opposizione del Pd al governo Meloni sarà più dura rispetto a quanto sarebbe stata con Bonaccini?
“Quello che farà lo vedremo solo col tempo. Dovrà prima insediarsi, poi organizzare le proprie truppe per i lavori parlamentari e solo a quel punto si potrà fare una valutazione. Noi confidiamo in una maggiore condivisione con il Pd su alcuni temi decisivi. Gli stessi su cui per diverso tempo abbiamo viaggiato a braccetto, fino a quando qualcuno ha deciso di interrompere bruscamente il dialogo. Me lo faccia dire, rispetto ad alcune battaglie ultimamente ci siamo sentiti un po’ soli tanto che ci siamo chiesti dove fosse finito il Pd”.
A cosa si riferisce?
“Penso alla battaglia sul salario minimo. Io sento appelli sia di Calenda che dello stesso Pd sulla necessità di dotare l’ordinamento italiano di una norma ad hoc. Eppure faccio notare che quando c’era la possiblità di approvare l’apposita legge, eravamo al governo con il Pd e c’erano resistenze interne tanto che la norma non venne approvata. Sull’Ambiente le ricordo che il casus belli che ha portato alla caduta del governo Draghi è stato l’inceneritore voluto dal Pd. Anche M5S era rimasto da solo a tutelare l’ambiente e la salute dei romani. Riguardo al rapporto con l’Ue noi siamo fortemente europeisti tanto che sul conflitto in Ucraina, dove non le nego che ci siamo sentiti molto soli, abbiamo chiesto una svolta diplomatica in cui l’Ue deve giocare un ruolo fondamentale, senza limitarsi a fare da spettatrice o a prendere gli ordini che arrivano da Washington. Speriamo che il Pd possa rendersi conto che l’escalation militare ci sta conducendo alla distruzione totale, mentre siamo in gravissimo ritardo per impostare l’unica soluzione possibile, che è un percorso negoziale che sfoci nella pace. Questi sono solo alcuni dei temi su cui spero che il Pd si schieri al nostro fianco. Da parte nostra c’è tutta la volontà di lavorare insieme in Parlamento per rendere più efficacie l’opposizione a questa destra”.
Chiusa la stagione di Letta, con la Schlein su molti temi sembra possibile una convergenza con M5S. In futuro vede possibile un’alleanza?
“Credo sia molto prematuro sbilanciarsi per dire se ci siano le condizioni o meno. A mio parere è necessario che il fronte progressista sia compatto e solido. Questo sia per riportare i cittadini alle urne e sia per fare un’opposizione davvero efficacie a queste destre disastrose. Noi del Movimento stiamo già lavorando in questo senso e i cittadini ce lo stanno riconoscendo ma è chiaro che più l’opposizione è unita e più la sua azione risulterà incisiva”.
Renzi sostiene che il nuovo Pd entrerà in collisione con M5S, lasciando campo libero al Terzo polo…
“Renzi è l’uomo delle scommesse perse. Oggi scopriamo che è pure veggente. Guardi non darei grande credibilità alle sue affermazioni perché è un avvoltoio che cerca di speculare su ogni minimo movimento nel panorama politico, senza mai chiarire cosa vuole fare da grande. Non abbiamo ancora capito se si posiziona a destra o a sinistra e sembra cambiare schieramento a seconda di come gli conviene. Ora sta provando a buttarsi al centredestra per rosicchiare voti a Silvio Berlusconi. Ma sono convinta che anche questa sua operazione fallirà e sarà soltanto un’altra scommessa persa. Tra l’altro Renzi resta ancora a galla soltanto grazie a Calenda ma non so se quest’ultimo ha capito che gli ha salvato e gli sta salvando la carriera politica”.
La Schlein saprà chiudere la stagione del renzismo che ha contribuito a far naufragare l’alleanza giallorossa?
“I risultati delle primarie hanno dato un segnale molto forte al P, ossia quello di liberarsi da ogni scampolo di renzismo. Detto questo non entro nelle dinamiche interne al partito ma a me sembra chiaro cosa hanno detto gli elettori. Per questo credo che se la Schlein non darà seguito al loro appello, allora il Partito democratico ne pagherà le conseguenze”.
Come accade davanti a ogni scossone politico, i media ipotizzano conseguenze per M5S. Tanti, infatti, sostengono che alcuni parlamentari pentastellati potrebbero passare nelle fila dei dem o nel Terzo polo. Cosa c’è di vero?
“Sono voci completamente destituite di fondamento. Mi sembra evidente che non sono altro che l’ennesimo tentativo di ricamare e fare colore intorno a una notizia inventata, il tutto per denigrare una forza politica che evidentemente – sin dalla sua nascita – ha dato fastidio e continua a dare fastidio”.