Il primo caso di eutanasia su un minorenne si è verificato in Belgio. La notizia è stata riportata dal quotidiano Het Nieuwsblad, che però non fornisce ulteriori dettagli: non si conosce né l’età, né la malattia da cui era affetto il piccolo. Si sa soltanto che la “dolce morte” è stata somministrata nelle Fiandre, sfruttando una legge approvata nel 2014. Il caso ha ovviamente valicato i confini nazionali, alimentando il dibattito. La norma belga prevede che anche il minore debba esprimere il proprio consenso .
La deputata di Area popolare, Paola Binetti, ha colto l’occasione per annunciare la battaglia contro qualsiasi norma che possa introdurre l’eutanasia in Italia: “Non c’è dubbio che il dolore di un figlio possa rappresentare per un genitore un vero e proprio martirio, ma proprio per questo in Italia la legge sulle cure palliative prevede una rete di centri impegnati nella lotta contro il dolore infantile. Una rete apposta per i minori, pensata per loro, capace di rispondere a tutte le loro esigenze; disposta a farsi carico delle necessità dei bambini e dei loro genitori, ma fermamente decisa a rifiutare l’eutanasia in qualunque forma possa essere proposta”. “E questa fermezza – ha aggiunto Binetti – è anche il criterio guida che sta orientando il dibattito nel nostro Parlamento sul cosiddetto Testamento biologico o per meglio dire sulle direttive anticipate di trattamento, le cosiddette Dat”.
Il radicale Marco Cappato, invece, è di tutt’altro parere: “Il Belgio è il primo Paese al mondo a non girare la testa dall’altra parte di fronte alle condizioni di sofferenza insopportabile che possono colpire anche persone minori”. “Le regole belghe – ha aggiunto l’ex eurodeputato – forniscono sufficienti garanzie per prevenire abusi e sopraffazioni del tipo di quelli che accadono nella clandestinità alla quale condannano leggi come quelle italiane”.