Dopo circa sei mesi è tornata a suonare la tanto attesa campanella nelle scuole italiane: sono oltre 5,6 milioni gli alunni che hanno ripreso ieri le lezioni in classe. A causa della pandemia da Covid-19, le scuole hanno chiuso il 5 marzo in tutta Italia, due settimane prima in alcune regioni del Nord, e le lezioni sono continuate a distanza. Quest’anno sono 8,3 milioni le studentesse e gli studenti che rientrano tra i banchi: 7.507.484 negli istituti statali, ai quali si aggiungono i circa 860 mila delle paritarie. Quelli delle scuole statali saranno distribuiti in 369.048 classi. Uno sforzo non banale, che come si sa è stato variamente criticato. Eppure non ci sono stati problemi di sorta all’inaugurazione.
LA GIORNATA. Ed è chiaro il messaggio lanciato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha scelto di andare in uno dei luoghi simbolo dell’emergenza sanitaria che abbiamo vissuto, Vo’ Euganeo: “È stata dolorosa la decisione di chiudere le scuole. Necessaria e dolorosa. ma la scuola ha nel suo dna il carattere di apertura, di socialità, di dialogo tra persone, fianco a fianco” ha detto il presidente accolto da una ‘standing ovation’ alla scuola Guido Negri, dove ha voluto visitare il complesso scolastico e i nuovi spazi didattici, tra laboratori, aule gioco, banchi monoposto, robot.
Poi lo spettacolo ‘Tutti a scuola’, assieme al ministro all’istruzione Lucia Azzolina e ad altri membri del governo e autorità locali. “Questo sarà un anno complesso”, ha dettoproprio la ministra pentastellata. “Ma abbiamo lavorato tanto e costruito una strategia di prevenzione che funzionerà, se ognuno farà responsabilmente la propria parte”. Anche la vice ministra Anna Ascani ha sottolineato che “sono stati mesi difficilissimi, di lavoro, di problemi e ostacoli da superare, ma l’importante e’ che l’Italia intera abbia riscoperto la centralità della sua Scuola”. I presidi, molto critici nelle scorse settimane, ieri hanno allentato l’ansia e tirato un sospiro di sollievo.
“È andato tutto bene”, hanno confermato molti di loro, e il presidente dell’Anp nazionale, Antonello Giannelli ha riferito che “il clima è stato sereno”. Ma le criticità restano: “Finora sono stati consegnati soltanto 200mila banchi, pari all’8% del totale. Restano due milioni e 200mila banchi che devono ancora essere recapitati agli istituti”. La situazione più critica si è verificata in Lunigiana: mezz’ora di Scuola e poi una classe di diciotto bambini è finita al completo in quarantena. È successo che in una elementare di Fosdinovo, ieri mattina, un’alunna ha ricevuto il risultato di un tampone effettuato nei giorni scorsi in base è risultata positiva al Covid. Poiché la scorsa settimana la bambina aveva già preso parte ad alcune lezioni prescolastiche con i suoi compagni, l’ufficio di igiene ha disposto la quarantena per tutta la classe e per tre maestre.
Episodio increscioso anche in provincia di Pisa, dove un bambino di 6 anni con la sindrome di Down ha dovuto rinunciare al suo primo giorno di scuola, in prima elementare, per la mancanza della maestra di sostegno. La madre del bambino ha denunciato la vicenda in un post su Facebook. Il ministero dell’Istruzione ha fatto sapere di avere disposto subito “i necessari accertamenti”. Sempre il ministero ha avviato un approfondimento sul caso di un bambino con disabilità che, a Roma, secondo la segnalazione dei genitori sarebbe stato costretto a tornare a casa. La scuola ha già assicurato al ministero di non aver respinto nessuno e di aver garantito all’alunno, come doveroso, la frequenza scolastica, anche in attesa del docente di sostegno.